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Chi sono io, davanti a Gesù che soffre?

Pubblicato il: lunedì 3 Aprile 2023

Cari amici e amiche,
Vi invito ad iniziare questa Settimana Santa lasciandovi guidare da alcune parole che Papa Francesco ha pronunciato alcuni anni fa, in occasione della Domenica della Palme.
[Ascoltando il racconto della Passione di Gesù], ci farà bene farci soltanto una domanda: Chi sono io, davanti al mio Signore? Chi sono io, davanti a Gesù che entra in festa in Gerusalemme? Sono capace di esprimere la mia gioia, di lodarlo? O prendo distanza? Chi sono io, davanti a Gesù che soffre?
Abbiamo sentito tanti nomi, tanti nomi. Il gruppo dei dirigenti, alcuni sacerdoti, alcuni farisei, alcuni maestri della legge, che avevano deciso di ucciderlo. Aspettavano l’opportunità di prenderlo. Sono io come uno di loro?
Abbiamo sentito anche un altro nome: Giuda. 30 monete. Sono io come Giuda? Abbiamo sentito altri nomi: i discepoli che non capivano niente, che si addormentavano mentre il Signore soffriva. La mia vita è addormentata? O sono come i discepoli, che non capivano che cosa fosse tradire Gesù? Come quell’altro discepolo che voleva risolvere tutto con la spada: sono io come loro? Sono io come Giuda, che fa finta di amare e bacia il Maestro per consegnarlo, per tradirlo?
Sono io come Pilato? Quando vedo che la situazione è difficile, mi lavo le mani e non so assumere la mia responsabilità e lascio condannare – o condanno io – le persone?
Sono io come il Cireneo che tornava dal lavoro, affaticato, ma ha avuto la buona volontà di aiutare il Signore a portare la croce?
Sono io come quelli che passavano davanti alla Croce e si facevano beffe di Gesù: “Era tanto coraggioso! Scenda dalla croce, a noi crederemo in Lui!”.
Sono io come quelle donne coraggiose, e come la Mamma di Gesù, che erano lì, soffrivano in silenzio?
Sono io come Giuseppe, il discepolo nascosto, che porta il corpo di Gesù con amore, per dargli sepoltura?
Sono io come le due Marie che rimangono davanti al Sepolcro piangendo, pregando?
Dov’è il mio cuore? A quale di queste persone io assomiglio? Che questa domanda ci accompagni durante tutta la settimana.

Grandi cose ha fatto il Signore!

Pubblicato il: sabato 1 Aprile 2023

Carissimi lettori, dalle comunità dell’India vogliamo condividere la gioia che abbiamo vissuto con la Solenne celebrazione dell’Annunciazione di nostro Signore. Come Maria, due delle nostre sorelle, Sr. Sonali Nayak e Sr. Vipil Josna Alumparambil, hanno pronunciato il loro “Sì” offrendo la loro vita al Signore.

La Santa Messa è stata celebrata nella cappella di Cochin da padre Martino PMI e da altri sacerdoti. La Chiesa era piena di religiose e di tanti fedeli. I genitori e i famigliari delle professe hanno partecipato con una particolare commozione, felici di aver donato la loro figlia al Signore.

“Il Verbo che si è fatto carne” e continua ad attirare giovani verso di Lui per proclamare l’amore Incarnato a tutta l’umanità.  Madre Carla dal cielo avrà gioiato insieme a noi; ora le sue figlie continuano a portare avanti la sua eredità spirituale.

Preghiamo per lei e chiediamo a lei la sua intercessione!

Il Verbo si è fatto carne

Pubblicato il: venerdì 31 Marzo 2023

Con grande gioia la comunità  SMI del Vietnam, insieme alla Chiesa Madre abbiamo celebrato la festa dell’Annunciazione di nostro Signore. Nella nostra piccola Cappella abbiamo celebrato la solenne S. Messa, con semplicità ma piena di amore e di ardente preghiera.

In questo giorno tre delle nostre Postulanti sono entrate in Noviziato.  Come Maria, anche loro hanno pronunciato il loro Sì al Signore per iniziare il cammino della vita con Gesù. La nostra gioia è stata immensa!

Un grazie di cuore a tutti i Padri e i parrocchiani che hanno partecipato alla nostra gioia. Per tutti loro chiediamo al Signore la sua benedizione e di concedere la sua pace.

Gesù Verbo Incarnato benedica tutti!

Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua Parola

Pubblicato il: sabato 25 Marzo 2023

La solennità dell’Annunciazione è una grande festa della Chiesa e nella Chiesa, essa racchiude in sé il “si” della Madre e quello del Figlio «Ecco Signore, io vengo per fare la tua volontà» Eb 10,7; allo stesso tempo questo “si” continua nella Chiesa tramite i martiri e i santi, e naturalmente in ogni cristiano che vuole rispondere positivamente alla sua vocazione che anzi e prima di tutto è un dono di Dio e una missione da realizzare con la nostra vita perché ci impegna e ci mette in cammino.

L’Annunciazione ha nel cuore il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, cioè con Gesù Cristo, Dio assume la forma dell’uomo (Fl 2,7): il “vero Dio, vero uomo” è al centro della confessione di fede. Gesù ci viene incontro per salvarci, per redimerci e riscattarci; tuttavia non viene in forma misteriosa e con potenza, viene da una donna nella debolezza e nell’umiliazione fino alla morte. Come primogenito, immagine del Dio invisibile, egli è ristabilimento dell’uomo all’immagine del creatore (Col 1, 15-20).

L’importanza della memoria liturgica già fu messa in evidenza dalle parole di Abramo di Efeso, vescovo nel secolo VI, il più antico testimone della celebrazione stessa, quando in una sua omelia affermò: «Grande e celebre è questo giorno, né vi è discorso capace di illustrare l’amore che oggi Dio ha dimostrato agli uomini. Oggi si è compiuto il disegno stabilito prima dei secoli». Si tratta della più antica testimonianza di una celebrazione dell’Annunciazione al 25 marzo, e non più nel periodo immediatamente precedente il natale, come una volta si faceva.

Questa bella testimonianza pone in evidenza il legame tra l’Annuncio e l’incarnazione, realtà che trovano il suo compimento nel dogma cristologico perché intrinsecamente uniti e senza confusione. Ciò che segue desta questa verità: «se il mistero dell’incarnazione del verbo di Dio nel grembo della vergine Madre appartiene al patrimonio originario della nostra fede, la sua celebrazione costituisce il riflesso dell’approfondimento compiuto intorno al dogma cristologico». A ragione Paolo VI scrisse che l’Annunciazione «era ed è festa congiunta di Cristo e della Vergine: del Verbo che si fa “Figlio di Maria” (Mc 6,3), e della Vergine che diviene Madre di Dio» e in cui la Chiesa viene concepita.

«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua Parola, “è la frase che riassume il senso di questa celebrazione”. La risposta di Maria all’Angelo si prolunga nella Chiesa, chiamata a rendere presente Cristo nella storia, offrendo la propria disponibilità perché Dio possa continuare a visitare l’umanità con la sua misericordia»

Le suore Missionarie dell’Incarnazione mosse dallo Spirito Santo vivono questa festa, o meglio questo evento con grande rilevanza attraverso la consacrazione all’amore che è Cristo stesso e la contemplazione di Maria, vergine e modello di ogni santità, sacrario della nuova umanità, che col suo ‘fiat’ apre le porte della salvezza a ogni uomo ferito dal peccato. Guardare Maria è camminare verso Gesù, la pienezza e sorgente della santità, perché alla santità siamo chiamati, anzi come dice Madre Carla la santità è il perché della nostra vita, quindi in ogni nostro gesto, dire e fare siamo invitati a seguire l’esempio di Maria nell’abbandono di sé e nel fidarsi di Dio, la cui misericordia ci accoglie sempre e non ci respinge né ci tradisce.

Il grembo di Maria- che al dire di S. Ambrogio di Milano, è l’aula coelestium sacramentorum, racchiudendo il Verbo di Dio fatto carne, racchiude la summa misericordiarum.

Celebrare l’Annunciazione del Signore è lodare la santissima Trinità per le meraviglie operate in Maria.

In questa grande festa dell’Annunciazione rivolgiamoci ancora una volta a Maria la regina della pace perché interceda per noi e soprattutto chiediamo specialmente che ci ridoni la pace in modo particolare ai paesi che tuttora sperimentano la triste realtà della guerra, in modo tale, che convertiti ci amiamo come veri fratelli e insieme costruiamo l’armonia estinguendo di mezzo la sofferenza e l’oppressione.

Il signore faccia di noi testimoni autentici della sua misericordia, per intercessione di Madre Carla, per la gloria della Santissima Trinità. Amen

L’angelo del Signore portò l’annuncio a Maria, ed ella concepì per opera dello Spirito Santo!

                                                                       –  Frederico Muhep Missionari della Salette

San Giuseppe nella Chiesa Cattolica Vietnamita

Pubblicato il: domenica 19 Marzo 2023

San Giuseppe è lo sposo di Maria e il custode di Gesù. È spesso chiamato dai vietnamiti San Giuseppe Lavoratore, San Giuseppe o Giuseppe di Nazareth.

Già nel XVII secolo, papa Innocente XI, su richiesta dei vescovi missionari orientali, canonizzò Giuseppe patrono del Vietnam e dei paesi limitrofi. Fu padre Dac Lo il pioniere nella scelta di San Giuseppe come patrono della Chiesa vietnamita. E L’11 ottobre 1997, nella lettera della Conferenza Episcopale del Vietnam in occasione dell’incontro annuale tenutosi ad Hanoi il 6 novembre 1997, si confermava all’unanimità di onorare Giuseppe come patrono della Chiesa cattolica vietnamita.

Padre Dac Lo raccontò una storia su San Giuseppe: “Il 12 marzo 1627, festa di San Gregorio, io e fratello Anton Marques scendemmo dal treno ad Aomon per andare nel Tonchino. Abbiamo attraversato il mare navigando tranquillamente fino a sabato pomeriggio. Quando si preparava ad entrare in mare a Thanh Hoa, improvvisamente scoppiò una tempesta con molte immagini mostruose che spaventarono tutti. Ma il giorno dopo era la festa di San Giuseppe, il mare era calmo e le onde erano calme, la figura mostruosa era scomparsa, così entrammo sani e salvi dalla porta del mare. Quella porta, la gente del posto la chiama Bang gate (Thanh Hoa), ma noi l’abbiamo chiamata la porta di San Giuseppe, in segno di gratitudine nei suoi confronti per averci aiutato ad arrivarci sani e salvi”.

Fin dall’inizio, quando è stato predicato il nuovo Vangelo, la Chiesa vietnamita ha reso omaggio a San Giuseppe. La maggior parte degli uomini cattolici vietnamiti prende il nome di Giuseppe come nome ufficiale o santo patrono. Molte chiese e conventi sono posti sotto il patrocinio di San Giuseppe. Quasi tutte le chiese hanno un altare a San Giuseppe uguale alla Madonna. Molte chiese costruiscono anche dei monumento a San Giuseppe nel terreno della chiesa affinché i parrocchiani possano adorare e pregare a San Giuseppe. È difficile fare statistiche in tutto il Vietnam, dal nord al sud, quante sono le parrocchie a lui dedicate e sono tanti che scelgono il suo nome, quindi la festa di San Giuseppe viene  celebrata con grande solennità e festeggiamenti.

San Giuseppe era un uomo giusto, discreto e concreto. Ci sono molti che dicono e non fanno;  altri dicono una cosa e ne fanno un’altra.  San Giuseppe appartiene a coloro che fanno le cose in silenzio.  Non parlava, ma nel silenzio ascoltava e prontamente obbediva ciò Dio gli chiedeva: “Quando si svegliò, Giuseppe fece come gli aveva comandato l’angelo”.

Madre Carla invita tutte noi Suore Missionarie dell’Incarnazione a imitare San Giuseppe, come persona speciale nel piano salvifico di Dio. Anche se taceva, la sua missione nel piano salvifico di Dio era grande.  Egli conduceva una profonda vita interiore: nel silenzio era in stretto contatto con Dio, ascoltando la sua volontà, e nel silenzio compiva fedelmente ciò che Dio voleva.

Auguri a tutti i papà del mondo!

Silence speaks!

Pubblicato il: domenica 19 Marzo 2023

The world and its history always search after the victorious deeds of people and the fame of names. But how does the silence make a man in the history renowned and fortune?  St. Joseph has divulged the divine secret in unveiling the silence. He is the only prominent figure who stuck the history of humanity with his grace of silence by opening the door for the mystery of Incarnation. God manifests himself in the moment of silence. God spoke to Joseph and he listened to God in silence. Pope Francis would confirm that Joseph’s silence is not a mutism or taciturn but it is a humble submission and confirmation of the readiness for the divine call. It is an offering with full of listening. “the Father spoke a word and it was his Son”, writes St. John of the Cross. The mystery of God invariably manifests in eternal silence. There is no wonder why Jesus loved the lonely place and spaces of silence. Because, he was brought up in the ‘school of the house of Nazareth’ with the daily examples of Joseph and Mary. It might have been the reason that Joseph disappears from the scriptural scenes silently after the story of Christ’s birth and Passover in Jerusalem at age of twelve.

Silence is not only a buffer zone but it frightens and challenges. The scripture does not utter a single word by St. Joseph of Nazareth, the humble carpenter. It might have been difficult for him to be the protector of the Word of God but even then, being a ‘just’ man, God makes him to say ‘yes’ to the eternal plan to be Mary’s husband and foster father of Jesus. In this sense, the salvific history is incomplete without the account of the ‘shield’ of the holy family.

Even in his darkest hours and midst of trials, after learning of Mary’s pregnancy, Joseph remained to be man of character. He himself did not fully understand the circumstances surrounding Christ’s conception and birth. But he was able to love what he did not fully understand. His sanctity and faith revealed in this love. The fullness of faith that bears in his heart combined in silence with action. He did not speak but demonstrated what Jesus once told his disciples, ““Not everyone who says to me, ‘Lord, Lord,’ shall enter the kingdom of heaven, but he who does the will of my Father who is in heaven” (Mt: 7/21). It is a virtue that acquired and fostered in his heart with humility that prompts him quietly draw back and silently obey the will of God. A vocation, completely in silence!

George Sinesh Karuppalyil SJ

Solenne celebrazione eucaristica a conclusione del Giubileo per i 100 anni dalla nascita della serva di Dio madre Carla Borgheri.

Pubblicato il: mercoledì 8 Marzo 2023

Domenica 26 Febbraio 2023 ore11:00

Nella cornice del santuario di San Cosimo alla macchia di Oria (BR) domenica 26 Febbraio, prima domenica di Quaresima, ci siamo trovati insieme per la celebrazione della messa e per concludere l’anno giubilare della nascita di madre Carla Borgheri, fondatrice delle Suore Missionarie dell’Incarnazione e dei Padri Missionari dell’Incarnazione. A celebrato S.E. mons. Vincenzo Pisanello vescovo di Oria, e con l’occasione si sono susseguite anche alcune testimonianze, inaugurazione e benedizione di una lapide della sala ex.

Per madre Carla l’11 dicembre 2022 è iniziato il processo di beatificazione a Frascati nella cattedrale di San Pietro.

Nell’editto del vescovo mons. Raffaello Martinelli scriveva: “su ispirazione dello Spirito Santo madre Carla ha voluto incarnare il suo carisma al grande mistero dell’incarnazione e ha cercato di rendere visibile nella chiesa e nel mondo i tratti caratteristici di Gesù”.

La madre nel 1993 ha accolto la richiesta di mons. Armando Franco per il servizio al santuario dei Santi Medici per l’accoglienza dei pellegrini e l’animazione liturgica. Madre Carla amava sostare al santuario e implorare grazie per tutti i fedeli e i pellegrini che vi si recavano. Amava dire che “la santità è il perché della nostra vita”.

Chi scrive deve molto a madre Carla perché attraverso le sue suore in servizio permanente come Congregazione dell’Incarnazione madre Josephine, suor Jndù e suor Elizabeth, che Dio le benedica sempre, al santuario hanno creato le condizioni ideali per la mia conversione definitiva e profonda con i modi canonici ispirati dalla madre che sono accoglienza e ascolto.

Quando suor Loreda ha presentato all’assemblea i tratti salienti della vita di madre Carla ha posto l’accento sulla sua umanità e vita missionaria.

Pareva che ascoltare suor Loreda, conoscessimo da sempre madre Carla nonostante non l’avessimo mai incontrata e parlato con lei, e sentivamo il suo forte invito ad andare avanti con forza e determinazione.

Come tutti i santi e i beati hanno iniziato da soli, anche madre Carla avrà vissuto quell’esperienza, e da quello che si legge e ascoltato, lei con i suoi intenti e dell’amore di Dio reincarnato a ispirarvi ha dispensato accoglienza e positività nel mondo ovunque andasse.

Sì perché penso fosse innanzitutto una persona positiva e propositiva facendo della santità il senso della vita… e il nostro…

L’emozione e la partecipazione in primis delle suore della Congregazione che occupavano tre file nei banchi della Chiesa, si percepiva nell’aria e si toccava con mano.

Ogni qualvolta si pronunciava o si faceva riferimento a madre Carla la sua presenza la avvertivamo tutti e la voglia di renderle merito acquistava sempre più vigore man mano che la celebrazione andava avanti. Era un crescendo Rossiniano.

Un intervento finale molto sentito è stato fatto anche dalla madre generale madre Carmela Cataldo, in linea di successione a madre Carla e madre Anna Piu.

Madre Carmela ha sottolineato i tratti e il lavoro continuo e incessante fatti in trent’anni di presenza al santuario di San Cosimo alla Macchia.

La messa è finita con l’invito di don Mino, vicedirettore del Santuario, a recarsi tutti dopo la celebrazione di S.E. Vincenzo Pisanello presso la sala ex voto, per benedire, inaugurare e intitolare la medesima sala a madre Carla. A me piace pensare che una parte di oggetti e testimonianze di miracoli fatti per intercessione dei Santi Medici siano stati portati da fedeli per le preghiere incessanti della madre a loro sostegno. Io sono stato testimone oculare della passione e abnegazione faticosa e meticolosa di donne e uomini volontari, che hanno fatto sì che si sistemasse e si finisse il tutto a tempo di record per dare alla sala ex voto un volto nuovo, degno di una grande donna e “santa”, ora serva di Dio. L’intervento con tutti incerchio alla presenza della gigantografia di madre Carla, del direttore del Santuario don Franco Depadova a cui va il ringraziamento decisivo per la realizzazione di tutto insieme a quelle del vescovo, hanno lasciato il segno nei cuori dei presenti, e noi presi dall’emozione nel cuore eravamo al settimo cielo, testimoni di un evento unico.

Infine siamo stati invitati tutti nelle sale del santuario per un piacevole aperitivo offerto gentilmente e preparato deliziosamente.

Si era lì tutti felici e commossi con il pensiero a madre Carla, certi che la sua presenza fosse in mezzo a noi per ringraziarci della degna giornata, con la sua ben nota umiltà e allegria.

Grazie madre Carla!

Continua a pregare per noi.

Mimmo Buccolieri

Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare nessuna delle sue benedizioni

Pubblicato il: martedì 7 Marzo 2023

Con le parole del salmista noi Suore Missionarie dell’Incarnazione, abbiamo espresso a Dio, in questo 19 febbraio 2023, la nostra viva riconoscenza alla Serva di Dio Carla Borgheri, attraverso la Celebrazione eucaristica che ricorda l’apertura ufficiale del processo di Beatificazione e Canonizzazione e la chiusura del centenario della sua nascita, il 25° anniversario della nostra presenza in Costa d’Avorio.

La bontà e la misericordia del Signore verso la nostra Congregazione non hanno avuto limiti!

Con i nostri fratelli e sorelle della parrocchia di Saint Marcel d’Akouai Santai, abbiamo gioito al ritmo della fanfara e cantato per dire grazie al Signore per la vita della tua Serva; ella ci mostra che avere una vita di santità quaggiù sulla terra è possibile, a condizione che diamo la nostra vita a Cristo anche a prezzo di sacrifici per annunciare il vangelo.

Concluso l’anno giubilare in memoria della Serva di Dio Madre Carla Borgheri

Pubblicato il: martedì 28 Febbraio 2023

Il 26 febbraio, nel santuario di Oria dedicato ai Santi Medici,  la Comunità delle Suore Missionarie dell’Incarnazione ha concluso l’Anno Giubilare del centenario della nascita di Madre Carla Borgheri, ed ha rappresentato un momento di riflessione e di ispirazione per tutti i partecipanti. Come ha ricordato S.E. mons. Pisanello: “Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così …Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova”.

Personalmente ringrazio la divina provvidenza per il dono di Madre Carla…il Signore ci dona gli strumenti…facciamone tesoro! Tutti possiamo essere santi a immagine e somiglianza di Dio. Siamo come nani sulle spalle di giganti, possiamo vedere più lontano in virtù del lascito di coloro che ci hanno preceduto nella Fede. Il cammino che conduce alla Santità è alla portata di tutti, grazie all’esempio di figure come Madre Carla, a noi resta il compito di preservarne il ricordo e seguirne l’esempio. E, proprio per questo, al termine della messa, lo stesso presule, insieme alle consorelle ed ai fedeli nella sala ex voto,  ha scoperto una targa a perpetuo ricordo dell’evento. Il tutto si è concluso con momenti di fraternità, convivialità e meditazione…L’auspicio sia che la chiusura dell’anno giubilare, nel santuario di Oria, alla presenza di monsignor Vincenzo Pisanello, possa essere un ulteriore gradino del cammino che conduce alla santità, “il perché della nostra vita”.

La Scuola dell’Infanzia Paritaria “Sacro Cuore” partecipa alla Va Edizione del Carnevale

Pubblicato il: lunedì 20 Febbraio 2023

 “Il Creato è casa comune ambiente di vita e non semplice oggetto da usare e sfruttare” – sono le parole di Papa Francesco protagoniste del carro allegorico che ha sfilato per le vie di Salice Salentino in occasione della Va Edizione del Carnevale Salicese che si è svolta domenica 12 febbraio 2023. Alla manifestazione, organizzata dal Comune in collaborazione con l’Associazione Smile, ha partecipato il nostro Istituto Scolastico, la Scuola dell’Infanzia Paritaria “Sacro Cuore”, con un carro che ha voluto lanciare il messaggio per il rispetto dell’ambiente in continuità con quello che è il progetto educativo previsto per questo anno scolastico.

Associazioni, gruppi e scuole nel territorio hanno preso patte alla gran sfilata di maschere, carri e gruppi mascherati; allegria, gioia, spensieratezza e voglia di stare insieme sono stati i sentimenti che hanno animato non solo la sfilata di domenica ma anche le giornate precedenti alla manifestazione.

Tante mamme e papà, ma anche nonne e zie, tutti impegnati a curare ogni dettaglio per la realizzazione del carro, dei vestiti a tema per i bambini ma anche per i genitori che si sono messi in gioco in una giornata che rimarrà nei cuori e nei ricordi di tutti noi.

Quando c’è la collaborazione di tutti si possono fare grandi cose: donare il proprio tempo e mettere a disposizione degli altri le proprie abilità è la massima espressione dell’amore per la comunità.

Sono stati giorni ricchi di emozioni, il tempo a disposizione era poco ma la tenacia e l’impegno di tutti hanno consentito la buona riuscita dell’iniziativa – dice una mamma – ringraziamo la nostre Suore per averci consentito di realizzare il carro e le maschere per il Carnevale mettendo a disposizione i lori spazi, la loro cortesia e infinita pazienza. Anche in queste occasioni si dimostrano esempi di vita e affidare i nostri bambini a loro rimane per noi un privilegio.”

La nostra Scuola non poteva mancare all’invito dell’Amministrazione di partecipare al Carnevale, la festa del divertimento per antonomasia. Un sentito ringraziamento va alle rappresentanti di Classe e di Istituto che anche questa volta hanno dato il massimo per la buona riuscita dell’iniziativa” – dicevano le suore – e ancora – “come Scuola vogliamo ringraziare i genitori e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del carro perché hanno saputo fare di una semplice idea una grande iniziativa che ci ha reso orgogliose. La nostra Scuola è una realtà ben radicata nel comune di Salice Salentino ed è sempre attenta a partecipare ad ogni proposta che contribuisce alla crescita emotiva e socio educativa dei nostri bambini e delle loro famiglie.