Archivio Categoria ALBANIA

Un Natale di luce e meraviglia al “Nëna Carla Borgheri”

Pubblicato il: mercoledì 1 Gennaio 2025

Il Natale, con la sua magia senza tempo, continua a essere la festa più amata dai bambini. Non solo per i regali di Babbo Natale, ma per il suo messaggio profondo: un momento di gioia, amore e condivisione.

Al centro diurno “Nëna Carla Borgheri” di Shenkoll, in Albania, abbiamo vissuto questa meraviglia attraverso una festa indimenticabile, dove i più piccoli hanno saputo emozionare e incantare tutti i presenti.

I nostri piccoli artisti, vere “stelline” della serata, hanno saputo trasformare l’evento in un’esperienza unica. Con entusiasmo e passione, hanno dato vita a danze, canti e poesie dedicate a Gesù Bambino.

Il momento clou della festa è stata la rappresentazione della Natività, dove la dolcezza e l’innocenza dei bambini hanno reso il mistero della nascita di Cristo ancora più toccante.

Genitori e familiari, emozionati e orgogliosi, sono rimasti colpiti dalla spontaneità e dal talento dei loro figli.

Papa Francesco ci ricorda che il Natale è un tempo per guardare oltre le apparenze, riscoprendo la semplicità e l’umiltà di Dio che si fa uomo. Le sue parole, “Non lasciamoci distrarre dalle cose superficiali, ma guardiamo al presepe per riscoprire il cuore della nostra fede”, sono state il filo conduttore della nostra festa. Ogni sorriso e ogni gesto dei bambini hanno incarnato questo messaggio, portando nei cuori di tutti una rinnovata speranza.

Questo Natale ha avuto un significato ancor più profondo, intrecciandosi con l’apertura del Giubileo: un tempo di grazia e di rinnovamento spirituale. La recita della Natività ha sottolineato l’importanza del perdono, della pace e della gratitudine, valori che il Giubileo e il Natale condividono.

Festa di indipendenza e della Bandiera

Pubblicato il: lunedì 2 Dicembre 2024

Il 28 e 29 novembre sono due date importanti per tutti gli albanesi.  Il 28 novembre 1912 avvenne l’indipendenza dai turchi e l’innalzamento della bandiera a Valona.

Questa data è collegata al 28 novembre 1943, quando l’eroe nazionale Gjergj Kastrioti innalzò la bandiera Kruja e trionfò l’indipendenza dell’Albania dall’impero Ottomano.

Invece il giorno 29 novembre 1944 l’Albania fu liberata dall’occupazione nazista.

Queste date ci ricordano le sofferenze e il sangue che donarono tanti giovani uomini e donne per la Patria.

L’Albania è un paese che ha sofferto molto, però col coraggio, patriottismo e l’intelligenza, e il sangue di tanti Martiri ce l’abbiamo fatta!

Anche noi abbiamo festeggiato nell’Asilo di Madre Carla. Abbiamo vestito i bambini coi colori tipici della bandiera albanese: il rosso simbolizza il sangue dei Martiri e il nero l’aquila che vola.

Attraverso poesie, canzoni e danze i bimbi hanno rappresentato l’amore per il nostro paese. Abbiamo vissuto bei momenti tutti insieme.

Un tratto di vita

Pubblicato il: venerdì 18 Ottobre 2024

Dopo dieci anni di assenza sono ritornata in Albania. Ora, come allora, il mio cammino ha portato lungo strade e sentieri, ad incontrare una umanità variegata, dove l’esistenza scorre per tutti ma non allo stesso modo. Mi vengono incontro tanti volti che mi sembra già di conoscere: alcuni salutano, altri lamentano le proprie condizioni di vita, altri chiedono ascolto. Gli adulti sembrano quasi condannati a ripetere le stesse azioni per tutta la vita rimanendo inconsapevoli dei cambiamenti del tempo, mentre i ragazzi percepiscono che il mondo offre altre opportunità. La popolazione soffre. Ascoltare la voce, il suono delle parole che narrano episodi di violenza, di indifferenza e di abbandono, mi ha fatto riflettere sul senso della mia missione: Chi sono Signore? Cosa vuoi da me? Cosa chiedi a noi su questa terra? Queste domande, che quotidianamente mi accompagnano, appaiono ora sotto una luce diversa, più chiara.

L’Albania è un paese immerso in una natura ancora in gran parte incontaminata. Non che le cose, dalla caduta del regime comunista, non siano cambiate, visto che l’economia è in fase di sviluppo e nuove infrastrutture supportano la crescita dell’intero Paese. Ma, come in tutte le economie del “terzo mondo”, non tutta la popolazione ha usufruito in egual modo di questo nuovo benessere. Ci sono i poveri e i ricchi, alcune case sembrano regge e molte altre sono semplici e modeste abitazioni. Di solito le famiglie sono composte da due o tre figli, che tentano la fortuna all’estero, soprattutto America, Italia e Grecia, mentre genitori e nonni restano a casa.

La mia esperienza mi ha fatto, comunque, toccare con mano la fede della popolazione di religione cristiana, la partecipazione alle funzioni religiose, alla catechesi ed alle attività della comunità ecclesiale.

In ultimo, un sentito ringraziamento ai Padri Rogazionisti che collaborano con noi nell’attività parrocchiale.

Sr. Jude Dcruz SMI

Verso il Giubileo del 2025

Pubblicato il: venerdì 4 Ottobre 2024

Il 28 settembre la Diocesi di Lezhë ha organizzato un incontro per i giovani dal tema “Pellegrinaggio e Giubileo”.

Accompagnati dai loro animatori, hanno partecipato anche i giovani della parrocchia di Shenkoll.

E’ stata una giornata vissuta da tutti con tanto entusiasmo.

Al centro della riflessione c’è stato il Giubileo, che, nella vita e nella storia della Chiesa, ha sempre rappresentato un evento di grande rilevanza spirituale, ecclesiale e sociale.

Il Giubileo e il pellegrinaggio non sono semplicemente azioni fisiche o religiose, ma esperienze spirituali profonde che richiedono un cammino interiore, la conversione dal peccato, la riconciliazione e la  totale dedizione a Dio.

L’Anno Santo, un viaggio simbolico, è un pellegrinaggio reale verso Dio, e richiede di abbandonarsi alla grazia di Dioe di mettersi sotto la guida di Gesù, Buon Pastore.

La riflessione ha evidenziato l’importanza di accostarsi ai sacramenti, in particolare al sacramento della Riconciliazione, per riscoprire il valore della confessione e sperimentare la misericordia di Dio.

Attraverso questa esperienza, ciascuno è invitato a rafforzare la speranza nel perdono e a camminare verso la santità.

La liturgia, forma di preghiera collettiva, è fondamentale poiché aiuta a vivere la presenza di Cristo e ad avvicinarsi ai divini misteri.

La dimensione spirituale del Giubileo, che invita alla conversione, si coniughi con aspetti fondamentali del vivere sociale, per costituire una fraternità universale, sentendoci pellegrini sulla terra in cui il Signore ci ha posto per coltivarla e custodirla (cfr Gen 2,15)

Il pellegrino del Giubileo 2025 è un “pellegrino di speranza”: nonostante le  sfide e le difficoltà, dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata da Gesù, e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante.

La prima comunione: l’importanza della fede condivisa per un cammino di crescita e di testimonianza

Pubblicato il: mercoledì 12 Giugno 2024

“Lasciate che i bambini vengano a me” (Mc 10,14)

Così ha detto Gesù agli Apostoli, e noi comunità parrocchiale, accogliendo l’invito di Nostro Signore, nei giorni 5 e 9 giugno 2024 abbiamo celebrato il sacramento della Prima Comunione per 50 bambini provenienti dai villaggi di Shenkoll, di Tale e di Rrile.

Si sono preparati a questo giorno attraverso un cammino di fede, durante il quale hanno vissuto momenti di formazione, di riflessione, di condivisione e anche di gioia.

La Prima Comunione rappresenta un momento fondamentale nella vita di ogni battezzato, in quanto, riprendendo le parole di Papa Francesco: “da questo sacramento dell’amore scaturisce ogni autentico cammino di fede, di comunione e di testimonianza”.

La celebrazione è stata presieduta dal nostro parroco, P. Salvator Reino, il quale, durante l’omelia, si e’ rivolto ai bambini sottolineando l’importanza di mantenere il legame di comunione con Gesù e raccomandando loro di partecipare sempre alla S.Messa domenicale e di continuare il cammino di crescita umana e spirituale.

Ogni bimbo e’ stato chiamato per nome, perché il Signore conosce e ama ognuno da sempre.

Ed essi, col loro “Eccomi”, hanno dichiarato di esser pronti, davanti a tutti, a ricevere Gesù Eucaristia.

Emozionante il momento in cui i bimbi si sono accostati alla Santa Comunione, felici d’aver ricevuto il Corpo ed il Sangue di Gesù.

Al termine abbiamo espresso la nostra gioia comunitaria con il canto di ringraziamento intitolato “Infinitamente grazie”, e ai bimbi e’ stata consegnata una pergamena a ricordo di questo importantissimo giorno della loro vita.

1° GIUGNO, FESTA DEI BAMBINI

Pubblicato il: sabato 8 Giugno 2024

Oggi, in occasione del 1° giugno, giornata internazionale dei bambini, si è svolta una bella iniziativa, che ha visto partecipi bimbi, insegnanti e genitori. All’inizio è stato organizzato un incontro con tutti i genitori dei bambini del nostro Centro Diurno “Nena Karla”. Abbiamo valutato insieme l’anno scolastico; e terminato l’incontro, sono entrati in scena i bimbi, rendendo tutto più allegro e più bello coi loro vestitini colorati, esibizioni, poesie, canti e balli.

Al termine abbiamo consegnato i diplomi ai bambini che hanno terminato la scuola dell’infanzia e inizieranno il nuovo percorso di studi della scuola elementare.

La festa si è conclusa con un bellissimo e coinvolgente ballo popolare albanese.

MAGGIO, MESE MARIANO

Pubblicato il: venerdì 31 Maggio 2024

In questo mese di maggio, che la tradizione della Chiesa cattolica dedica a Maria, Madre di Dio e Regina del Rosario, moltissime persone pregano il Santo Rosario ogni giorno.

Anche noi abbiamo recitato tutti i giorni il Santo Rosario in parrocchia e nelle famiglie intorno alla nostra Comunità di Shenkoll. Anche quest’anno la parrocchia ha offerto un agile sussidio, utile ad uso personale che nella preghiera comunitaria.

La preghiera del Rosario ha fatto ravvivare la fede in quanto l’uomo si unisce intimamente a Dio: questa connessione avviene attraverso Maria, Mediatrice di tutte le Grazie.

La Missione mondiale con Maria di Nazareth in Albania 2024 ha portato la statua della Madonna nella nostra diocesi di Lezha, accompagnata da due Missionari p. Giovanni Maria Leonardi, frate cappuccino e Sr Maria Villani. La nostra parrocchia ha avuto la gioia di accoglierLa per due giorni richiamando la partecipazione di tanti fedeli. Sono stati giorni di preghiera e di rinnovato affidamento a Maria, come suoi veri figli.

Il mese mariano si è concluso con una solenne Messa e consacrazione a Maria, Madre e Regina del mondo intero.

La candelora: riconoscere la luce Divina nella vita quotidiana

Pubblicato il: venerdì 2 Febbraio 2024

“Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”       Luca 2, 29-32

Voglio iniziare questa mia breve riflessione sulla festa della Candelora, proprio con queste parole del Vangelo di Luca, perché racchiudono l’essenza più vera e più profonda di tale ricorrenza. La Candelora cade il 2 febbraio, 40 giorni dopo il Natale di nostro Signore. È la festa liturgica della Presentazione di Gesù al tempio: infatti, compiuti i giorni della purificazione, come vuole la legge di Mosè, Giuseppe e Maria si recano a Gerusalemme per adempiere tale rito. Ed è qui che compare il vecchio Simeone, uomo timorato di Dio, a cui era stato predetto che non sarebbe morto, prima di vedere il Messia. La fede di Simeone è grande: anche se i suoi occhi sono vecchi e stanchi, ora vede, ora stringe tra le sue braccia il Figlio di Dio, lo riconosce. “Nunc dimittis”, queste le sue parole: ora può anche morire, perché la Luce è venuta nel mondo.

Bellissima questa preghiera di ringraziamento di Simeone: ha aspettato un’intera vita, ha creduto, ha avuto Fede, si è lasciato guidare dalla potenza dello Spirito Santo… ha riconosciuto in un Bambino appena nato il Messia. Ed è questa la grandezza, la profondità e l’attualità del vecchio Simeone: quanti di noi oggi riconoscono nella propria vita Gesù Cristo come luce, come salvezza, come consolazione e come speranza? Molto spesso viviamo senza Dio, non lo cerchiamo, o se lo pensiamo lo releghiamo all’ultimo posto in una scala di valori materialistici, rincorrendo un’effimera e vana felicità. Tutto questo in un mondo secolarizzato, profondamente scristianizzato e i fatti della Storia, a cui assistiamo ogni giorno, ne sono la prova conclamata. Avere la Fede di Simeone, oggi, significa non lasciare passare il Signore invano, significa stare alla porta del tempio, che è la nostra vita, riconoscerlo ed accoglierlo come l’unica e vera Luce che può rischiarare l’oscurità e le tenebre della nostra anima.

Simeone il vecchio, Simeone il giusto, Simeone l’uomo timorato di Dio: sempre il suo esempio e le sue parole hanno illuminato la mia esistenza. Non a caso, uno dei miei figli porta questo nome: ogni giorno prego perché anche lui possa avere Occhi e soprattutto Cuore, per riconoscere il Signore che passa.

Allora il 2 febbraio, festa della Candelora, vado in chiesa per assistere alla benedizione delle candele e chiedo a Gesù Cristo di illuminare sempre la mia vita, la vita dei miei figli e quella di tutte le persone che mi sono care. Riconoscere ed incontrare Dio: questo per me è il senso della Candelora, il suo significato più profondo.

Rita Razza

Un fine settimana missionario

Pubblicato il: lunedì 16 Ottobre 2023

“Un fine settimana missionario”

Ognuno di noi ha i propri obiettivi e desideri per andare avanti nella vita, e ciascuno da ad essi il significato e il valore che più ritiene giusto. Per un cristiano però, la vita ha senso solo quando è percepita e vissuta secondo i principi di Gesù, in pieno spirito missionario, a servizio del prossimo, con lo scopo principale di custodire e far conoscere il Suo amore a quanti incontriamo sul nostro cammino, perché la Fede possa germogliare e crescere nel cuore di tutti. Così, noi giovani della Parrocchia di Shënkoll, incoraggiati dalla vita e dalle opere degli Apostoli, abbiamo deciso di condividere un’esperienza ‘Missionaria’.

    Il quattordici ottobre, dopo un viaggio molto lungo, accompagnato da preghiere, giochi e tante conversazioni amichevoli, arriviamo in una città piuttosto grande chiamata Devolli. Bilishti è stata la nostra prima meta, dove siamo stati ospitati nella casa delle ‘Suore Francescane del Vangelo’. Ci hanno raccontato la loro storia in Albania, le esperienze, le vicissitudini e le difficoltà incontrate qui, difficoltà che sono state costrette a superare spesso da sole, considerando l’assenza di un sacerdote a tempo pieno nella zona, da circa 22 anni. La loro forza è stata da sempre, a loro dire, la grande Fede da cui erano animate che gli ha permesso di continuare a diffondere la Parola di Dio anche di fronte ai pericoli, confidando sempre  e solo nell’aiuto Divino.    Nello stesso pomeriggio, il destino ha voluto che incontrassimo Suami, una liceale timida e insicura, molto provata  dallo stress della scuola e dai corsi estenuanti che doveva frequentare, ma con il cuore colmo d’amore per Dio. Nell’anno 2017, la nostra protagonista ha deciso di aderire al cattolicesimo, con una convinzione che proveniva dal profondo della sua anima. “A dire il vero, mi sono da sempre sentita cristiana e  appartenente a Lui, ma la volontà di proclamare quest’ultima è stata il mio punto più debole”, – ha detto. Fortunatamente la sua famiglia ha accolto con benevolenza la novità divenendo per lei il più grande sostegno, quello che le ha permesso di rimanere forte nel tempo di fronte alle tentazioni,  e raggiungere così il suo scopo:  ricevere il Battesimo. Suami, era meravigliosamente orgogliosa della religione che aveva scelto. “La domenica” – continuava a raccontarci – “mentre tutti uscivano per incontrarsi con gli amici, io preferivo partecipare alla Santa Messa, poiché il vuoto che sentivo nell’anima si riempiva  solo attraverso la Comunione e l’Eucaristia perché è lì che ho incontrato il mio più grande amico: Gesù”. E’ stata per noi una testimonianza edificante che ha rafforzato ancor di più in noi la volontà di diffondere e far conoscere la bellezza di un Dio Padre amorevole che ci Ama fino all’estremo sacrificio.

Il giorno successivo dopo la messa mattutina  ci siamo diretti verso il villaggio di Dobranj. Ci siamo divisi in quattro gruppi e bussando porta a porta abbiamo invitato grandi e piccini a venire ad assistere allo spettacolo che con impegno avevamo preparato, era la rappresentazione del: Il Cieco e Gesù che se pur in forma teatrale conteneva un profondo messaggio e un grande insegnamento.  Inizialmente avevamo molta paura e non eravamo sicuri del buon esito dell’iniziativa, ma Suor Teresina ci rassicurava e incoraggiava, sostenendo che se pur fossero stati pochi i partecipanti, avremmo comunque fatto la volontà del nostro Dio, scegliendo di annunciare la sua Parola in quella forma insolita e originale. I primi ad  avvicinarsi sono stati due anziani del posto e poi come per miracolo, in men che non si dica la piazza brulicava di voci di bambini ma anche di tanti adulti. Eravamo  davvero sicuri che questa nostra missione fosse sacra e con questa convinzione abbiamo iniziato la drammatizzazione lasciando un messaggio che è penetrato in profondità nei cuori di coloro che hanno partecipato. Grazie alla nostra iniziativa avevano capito che Dio non è solo per i buoni o i sani, ma è proprio per coloro che hanno più bisogno della sua misericordia.

    Sebbene fossimo stanchi, abbiamo deciso di proseguire raggiungendo un altro quartiere a dir di tutti molto pericoloso. In effetti ci accorgemmo sin da subito della diffidenza e la rabbia che traspariva dai volti di ragazzini e adulti che abbiamo invitato a unirsi a noi. Noi per loro eravamo degli “avversari”. Comunque abbiamo iniziato la missione, ballando e cantando insieme nella speranza che loro si unissero a noi. E a quanto pare, una forza esterna è intervenuta nei loro cuori, e hanno cominciato a divertirsi con noi, alcuni buttando via le bici, altri con rabbia, altri con orgoglio se pur con tante divisioni religiose e sociali! Alla fine comunque potevamo ritenerci soddisfatti e felici di aver donato loro alcune ore di spensieratezza e siamo andati via con in cuore la speranza che forse anche in loro avevamo gettato il seme della fede, animato dalla curiosità di conoscere più da vicino l’amore di Dio, quel Dio della gioia e della speranza di cui noi eravamo stati portavoce.

     La missione era praticamente conclusa e trovandoci a fare un resoconto dell’esperienza vissuta, ci siamo accorti che se tanto avevamo dato, molto di più avevamo ricevuto. Incontrare alcune famiglie convertite al cristianesimo e sentir raccontare le loro storie è stata per noi un’esperienza entusiasmante che ancora una volta ci ha confermato quanto fosse grande l’Amore e la Misericordia di Dio Padre per i suoi figli.

 La mattina seguente, dopo aver salutato e ringraziato le suore per l’ospitalità, partiamo alla volta di Korçë, la ‘Parigi dell’Albania’. Assistiamo alla messa e visitiamo la comunità cattolica lì, dove tutto è iniziato con una scuola laica Maltese. Con un’emozione indimenticabile, lasciamo Korca per andare a Pogradec, dove faremo un giro di visite a diversi luoghi per poi tornare a Lezha. Con il cuore pieno di gioia, arricchiti  da quanto visto e vissuto e animati da nuova energia concludiamo così il nostro Fine Settimana Missionario, nella speranza di poter presto ripetere questa bellissima esperienza!

La mia esperienza all’incontro parrocchiale “San Nicola” a Shenkoll

Pubblicato il: lunedì 12 Giugno 2023

Le suore della nostra parrocchia ci hanno comunicato che nella casa delle suore a Shenkoll si sarebbe svolto un interessante incontro con i giovani della parrocchia.  Mi ha fatto molto piacere ricevere questo invito, perché  ogni incontro o riunione indipendentemente dall’argomento trattato  mi entusiasma, mi diverte, consapevole del fatto che ogni momento d’aggregazione e riflessione costituisce sempre un’ottima occasione di crescita.

Al nostro gruppo si sono unite altre due comunità ecclesiali, Tale e Rrilé; abbiamo lasciato i nostri cellulari per dare spazio alle nostre voci, riproponendoci di non usarli per l’intera giornata. L’incontro è iniziato alle ore 9:30  e dopo un primo momento di conoscenza in cui tutti ci siamo presentati, ci è stato chiesto di raccontare qualcosa di noi,  in particolare dovevamo comunicare qual era il nostro hobby preferito. Per quanto mi riguarda ho detto che la lettura è senza dubbio l’attività che preferisco. A me infatti  piace molto leggere, che siano libri scolastici o extrascolastici non fa differenza, ogni libro è un bagaglio di sapere, cultura e conoscenza in grado di formare le menti,  il pensiero e il carattere.

Dopo questa primo momento di presentazione, ne abbiamo vissuto un altro di gioco, al fine di creare affiatamento nel gruppo. Abbiamo fatto una partita al termine della quale abbiamo avuto bisogno di qualche minuto  di pausa per rilassarci e riprendere fiato. Siamo di seguito entrati nel vivo dell’incontro  attraverso la proiezione di un documentario riguardante uno degli scritti di Papa Francesco, dal contenuto a mio avviso molto illuminante. La coordinatrice del gruppo  ha chiesto di   focalizzare la nostra attenzione su  7 punti molto significativi  che devo dire mi hanno aiutato a riflettere di più su alcuni comportamenti che non sempre sono in linea con gli insegnamenti del Vangelo. Tra i punti che mi sono piaciuti di più c’erano:

  1. “Mettere la persona al centro”. Papa Francesco dice:

In ogni attività politica, in ogni programma, in ogni azione pastorale,  dobbiamo sempre mettere al centro la persona, in ogni sua dimensione, compresa quella spirituale, nonostante le tante differenze di ciascuno . Questo vale per tutte le persone, perché l’uguaglianza è un valore fondamentale da difendere.  L’uomo purtroppo  fa sempre prevalere l’egoismo al posto dell’amore, con il risultato di riuscire a  giustificare anche i comportamenti  ingiusti  quelli che tende a prevaricare l’altro per il proprio tornaconto, facendo prevalere “ l’io su l’altro”. Una logica ingiusta che va decisamente contro la logica di Gesù Cristo, il quale chiede di mettere l’altro al di sopra di tutto. Il vero motto del cristiano infatti è : “prima gli ultimi!”,

Il Secondo punto che più ha catturato la mia attenzione è:

  1. “Ascoltare le giovani generazioni.”

Penso che ogni persona, soprattutto i giovani, abbiano tanti valori e tanto da dare  alla società e al mondo per renderlo un posto migliore. Perché ciò avvenga è importante però che ci sia un vero e profondo dialogo tra le vecchie e le nuove generazioni. Dobbiamo imparare a considerare gli anziani come delle risorse perché il loro bagaglio di esperienza ha tracciato la strada delle nostre vite e noi giovani con la nostra freschezza possiamo migliorarla e renderla bella nella sua attualità.

Le suore ci hanno poi diviso in gruppi e sulla base  dei 7  punti di Papa Francesco messi precedentemente in risalto, ne hanno assegnato due a ciascun gruppo invitandoci a riflettere ed elaborare le nostre opinioni in merito.

Terminato questo lavoro di riflessione, i gruppi si sono ritrovati nel salone per mettere a confronto il risultato delle riflessioni. Dopo un attento ascolto dei vari lavori, tra gli applausi generali è risultato vittorioso il gruppo di cui io facevo parte. Naturalmente è stata una grande soddisfazione che mi ha reso felice. Abbiamo poi continuato a discutere insieme, e attraverso le varie valutazioni, mettendo a confronto i nostri comportamenti con la logica di Gesù Cristo analizzata nei sette punti presi in considerazione, siamo giunti alla conclusione che tutto proviene ed è racchiuso  nei due comandamenti più importanti che Dio ci ha dato: “Ama il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente!”  e… “Ama il tuo prossimo come te stesso!”…

A questo proposito abbiamo letto una parte del Vangelo dove l’importanza di questi due comandamenti era messa in risalto ed espressa benissimo; in merito a ciò abbiamo avuto un momento di riflessione personale. In quei momenti mi sono sentita appagata e in pace con Dio e con me stessa. Ho provato una tale complicità e intimità con Dio  che mi sembrava di essere in una bolla dalla quale non volevo più uscire.

Dopo questa magnifica riflessione ci siamo riunite di nuovo per condividere e ascoltare le belle parole e le grandi perle di saggezza che le nostre sorelle non mancano mai di dispensare.

Alla fine, dopo tutto questo lavoro interiore e relazionale la fame ha fatto capolino in noi  e tutti insieme ci siamo goduti il ​​meraviglioso pranzo che le suore ci avevano preparato. Dopo il pranzo abbiamo giocato a  pallavolo e al  gioco della sedia, abbiamo anche ballato tanto per la gioia di tutti noi e  alle ore 16:00 con grande dispiacere il nostro incontro è  giunto al termine.

Questa esperienza è stata per me una delle più belle e indimenticabili, mi sono divertita molto e ho trascorso una giornata piena di benedizioni.

                                                                                                                           Flavia Prendi