È questo il tema del Convegno organizzato dal Dicastero delle Cause dei Santi svolto presso l’Istituto Patristico Augustinianum di Roma dall’11 al 14 novembre.
La realtà del martirio continua a essere più che mai attuale. L’intento del Convegno ha approfondito questa realtà nei contesti del XXI secolo, e l’altra area di approfondimento ha riguardato la nuova fattispecie delle Cause di beatificazione e canonizzazione, ossia l’offerta della vita, approvata da Papa Francesco l’11 luglio 2017.
Mi rimane questa domanda: Siamo disposti, oggi, a dare la vita per Gesù? Un interrogativo che non può non lasciare inquieti, se solo si pensa per un istante a quanto avviene a milioni di cristiani in diverse parti del mondo. Quella sulla disponibilità a seguire Cristo fino a dare la propria vita è in effetti “una domanda che interpella tutti” e che “se per noi è quasi teorica”, per altri è tanto concreta da “accompagnarli ogni giorno”.
Le Conclusioni dei lavori sono state a cura di S. Em. Card. Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi. “Oggi, nella nostra parte d’Europa che include Roma, noi non abbiamo le persecuzioni e lo stesso Colosseo è il teatro per le nostre Via Crucis e celebrazioni giubilari per i ‘Nuovi Martiri’”; “abbiamo, però, l’indifferenza”, e qui, come spiega Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Gaudete et exsultate sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, si tratta “di scherni che tentano di sfigurare la nostra fede e di farci passare per persone ridicole”, cosa che rende la parola della beatitudine evangelica attuale: non c’è persecuzione, ma c’è indifferenza, o derisione. E per il Pontefice “accettare ogni giorno la via del Vangelo nonostante ci procuri problemi, questo è santità”.
Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco durante l’Udienza ai partecipanti al Convegno ha ricordato che “per essere santi non occorre soltanto lo sforzo umano o l’impegno personale di sacrificio e di rinuncia. Prima di tutto bisogna lasciarsi trasformare dalla potenza dell’amore di Dio, che è più grande di noi e ci rende capaci di amare anche al di là di quanto pensavamo di essere capaci di fare”.
La Serva di Dio Madre Carla Borgheri ricorda “come nei primi tempi cristiani, i nostri fratelli affrontavano tutto con serenità, anzi con gioia, perché sapevano di seguire Gesù, così noi con la nostra vita quotidiana. La nostra meta è la santità, non lo dimenticate mai”.
Sr. Loreda Spagnolo