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Raduno giovanile nel villaggio di Pongchau

Pubblicato il: domenica 12 Gennaio 2025

L’Arunachal Pradesh è uno stato nella parte nord-orientale dell’India, con un paesaggio di valli profonde, altipiani, colline e creste. Dato che l’Arunachal Pradesh ha ospitato la prima corsa del sole nel territorio indiano, dal 1972 lo stato è denominato la “Terra del Sole Nascente”.

Più della metà della popolazione dell’Arunachal Pradesh è impiegata nell’agricoltura, ma solo una piccola parte del territorio è coltivata. Le tribù principali sono ventisei. Noi, Suore Missionarie dell’Incarnazione, prestiamo il nostro apostolato presso il Wancho, nel villaggio Pongchau.

Ogni villaggio ha un territorio, un suo re e la sua regina. Il re ha la libertà di scegliere le ragazze. La regina viene scelta dalla famiglia del re.  Il re è il capo del villaggio e ha il potere su tutte le famiglie del villaggio ed ogni famiglia deve versargli una quota del raccolto.

La maggior parte delle case sono costruite con bambù, foglie di palma e legno, e solo  da poco hanno iniziato a costruire le case con tina. Le case sono decorate con trofei di teste di Mithun, che è l’animale di stato. Si trovano armi in quasi tutte le case e vengono utilizzate per le feste.

Papa Francesco ci ha chiamato a lasciare le nostre zone di comfort e ad andare verso la “periferia”, mettendo i poveri ed i vulnerabili al centro dei nostri pensieri e delle nostre azioni. Ed in questi luoghi sono tanti i problemi della gente locale, ed anche delle Suore che qui vivono: la rete idrica, i trasporti, la benzina, le strade, le scuole etc.

Ci sono belle virtu’: una forte fede, uno spirito di preghiera ed un vivace talento nel canto e nella danza. Purtroppo risulta difficile poter celebrare frequentemente la Santa Messa. Notevoli anche le difficoltà nel far studiare i bimbi, sia per i problemi economici delle famiglie che per le distanze. Ecco perché’ abbiamo organizzato un ostello, l’“Incarnation girls hostel”, dove al momento alloggiano settantaquattro bambini che rimangono con noi e frequentano la scuola.

Non è facile per noi Suore sostenere tali impegni, ma ci sforziamo di continuare ad offrire, a chi è in difficoltà, educazione, vitto, alloggio, medicine e cure, sperando di poter illuminare il loro futuro.

Durante le vacanze invitiamo le ragazze a stare con noi per insegnar loro alcune cose importanti, come la Parola di Dio, i valori cristiani e morali, le conoscenze generali, le informazioni sui mass media etc.

Madre Carla Borgheri afferma che “L’apostolato della Congregazione deve essere diretto particolarmente alla gioventù, per avvicinarla sempre più al Vangelo, alla vita interiore e al mistero dell’Incarnazione. Curerà con amore i ritiri, le giornate di studio e, quando è necessario, con prudenza, i mass media”.

Durante le vacanze di Natale, allo scopo di illuminare la mente e il cuore delle ragazze, abbiamo condotto un programma di orientamento professionale per tre giorni. Hanno partecipato 24 ragazze provenienti dai sette villaggi intorno a noi. Abbiamo iniziato il programma il 27 dicembre, accogliendole con una bella canzone. Il primo giorno abbiamo eseguito alcuni canti cristiani, abbiamo fatto dei giochi e tenuto alcune sessioni sulla spiegazione della Bibbia e sugli eventi importanti del Nuovo Testamento. Il secondo giorno abbiamo insegnato come discernere ed orientarsi tra i social media. Il terzo giorno è stata celebrata la Santa Messa solenne e abbiamo pregato per le intenzioni delle ragazze. Dopo la Messa abbiamo distribuito i premi alle vincitrici dei vari giochi.

Le ragazze erano molto interessate, ponevano domande e comunque soddisfatte dell’esperienza, umana e spirituale, vissuta con le Suore Missionarie dell’Incarnazione. Speriamo che sia stata una piccola luce nei loro giovani cuori.

L’Epifania del Signore

Pubblicato il: venerdì 10 Gennaio 2025

L’Epifania del Signore, simboleggia la rivelazione della divinità di Cristo al mondo intero, al di là delle culture e religioni, è l’universalità, l’incontro del messaggio di Gesù di speranza e salvezza a tutta l’umanità, “Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”.

I tre re Magi simboleggiano proprio questo, tre umanità diverse tra loro che seguono una stella, si una stella, una delle meraviglie del Creatore, per incontrare, donare ed adorare il “Dio con noi”.

Domenica 5 gennaio presso la casa di riposo di Vermicino, le nostre suore hanno saputo cogliere anche stavolta il messaggio di questa rivelazione universale e del dono per tutti, organizzando una grande e bellissima festa. Balli, canti, musiche provenienti dalle più svariate parti della terra, e poi doni per tutti, senza alcuna differenza, per le nostre suore, per noi figli e nipoti e poi per le nostre mamme, qualcuna attenta, qualcuna un po’ meno, ma tutte con la gioia negli occhi, quella gioia pura, che forse hanno provato anche i re Magi alla vista del piccolo Gesù. È stato un incontro tra il sacro e l’umano, quell’umano fatto di una tombolata, di tante buone prelibatezze culinarie, e poi una bellissima befana, con le scarpe tutte rotte e con il vestito alla romana. Poi ammettiamolo pure, dove c’è l’allegria, l’armonia, la pace dell’incontro, lì c’è lo Spirito di Dio!

Un Natale di luce e meraviglia al “Nëna Carla Borgheri”

Pubblicato il: mercoledì 1 Gennaio 2025

Il Natale, con la sua magia senza tempo, continua a essere la festa più amata dai bambini. Non solo per i regali di Babbo Natale, ma per il suo messaggio profondo: un momento di gioia, amore e condivisione.

Al centro diurno “Nëna Carla Borgheri” di Shenkoll, in Albania, abbiamo vissuto questa meraviglia attraverso una festa indimenticabile, dove i più piccoli hanno saputo emozionare e incantare tutti i presenti.

I nostri piccoli artisti, vere “stelline” della serata, hanno saputo trasformare l’evento in un’esperienza unica. Con entusiasmo e passione, hanno dato vita a danze, canti e poesie dedicate a Gesù Bambino.

Il momento clou della festa è stata la rappresentazione della Natività, dove la dolcezza e l’innocenza dei bambini hanno reso il mistero della nascita di Cristo ancora più toccante.

Genitori e familiari, emozionati e orgogliosi, sono rimasti colpiti dalla spontaneità e dal talento dei loro figli.

Papa Francesco ci ricorda che il Natale è un tempo per guardare oltre le apparenze, riscoprendo la semplicità e l’umiltà di Dio che si fa uomo. Le sue parole, “Non lasciamoci distrarre dalle cose superficiali, ma guardiamo al presepe per riscoprire il cuore della nostra fede”, sono state il filo conduttore della nostra festa. Ogni sorriso e ogni gesto dei bambini hanno incarnato questo messaggio, portando nei cuori di tutti una rinnovata speranza.

Questo Natale ha avuto un significato ancor più profondo, intrecciandosi con l’apertura del Giubileo: un tempo di grazia e di rinnovamento spirituale. La recita della Natività ha sottolineato l’importanza del perdono, della pace e della gratitudine, valori che il Giubileo e il Natale condividono.

Dallo scarto alla vita nuova

Pubblicato il: martedì 24 Dicembre 2024

Natale è la festa degli umili e dei semplici, perché Dio si manifesta nella semplicità e nella povertà. Egli accetta l’umiltà e la fragilità della nostra storia personale, viene e supera tutte le distanze, si fa vicino a noi, come le cose più semplici e quotidiane dell’esistenza. È lo stile di Dio quello di scegliere ciò che al mondo è scartato e marginato per ridare nuova vita e renderla più preziosa.

Questo ci insegna il mistero dell’Incarnazione, e questo è il messaggio che ho voluto dare con il mio presepe Dallo scarto alla vita nuova, esposto questi giorni tra i 100 Presepi in Vaticano.

Il mio presepe illustra proprio il Mistero che da sempre affascina e attrae l’umanità. Dio ci parla con la tenerezza e il linguaggio di un Bambino, ci insegna ciò che è essenziale per la nostra vita.

Il titolo Dallo scarto alla vita nuova richiama alle grandi sfide attuali in un mondo che affronta continue sfide – sociali, economiche e ambientali -, ci ricorda che ciò che sembra perduto o scartato può essere accolto e trasformato in una realtà preziosa. Porta un messaggio di speranza e di rinascita.

L’opera mette la Grotta della Natività al centro di tutto, è l’unico luogo che non ha una porta, questo significa che il cuore è chiamato a non essere chiuso, ma aperto, libero, capace di accogliere tutti. Il pastore, il primo ad ascoltare il messaggio divino, risponde mettendosi in cammino portando con sé anche le pecore scartate verso la Grotta, per un incontro di amore e di stupore.

I mestieri riproposti nel presepe rappresentano la vita e ci richiamano a valorizzare la semplicità dell’attività quotidiana, a saper stare insieme, dove tutti si sentono fratelli e creano una comunità di pace.

Quando viviamo la fraternità alla luce del sacramento della povertà e della semplicità, impariamo a riconoscere in ogni persona il volto di Cristo, e così costruiamo una vita nuova, basata sulla giustizia, sull’amore e sul rispetto per ogni vita umana, specialmente per chi è più vulnerabile.

Si è fatta particolare attenzione all’utilizzo di materiale riciclato come il polistirolo, il legno di vecchie cassette di frutta, plastica, giornali, cartone, avanzi di stoffa ecc., dando prova che lo “scarto” può essere una risorsa in favore dell’impegno ecologico.

Il natale, allora, sia per tutti un’opportunità di rinascita. Spalanchiamo il cuore alla novità che Dio vuole realizzare con noi e attraverso di noi. Siamo tutti fratelli!

Celebrare il Natale è un invito alla speranza, e questa speranza è offerta a tutti, nessuno escluso. Auguri di buon Natale e un Anno giubilare carico di pace e gioia a tutti.

Sr. Loreda Spagnolo, SMI

“Dallo scarto alla vita nuova”, il presepe di Suor Loreda in Piazza San Pietro

Il dono di Dio che illumina e riscalda i cuori

Pubblicato il: sabato 21 Dicembre 2024

Il Natale è la festa dei doni, non certo però quella del consumismo, della frenetica e spasmodica ricerca del regalo da fare, al contrario, è la ricorrenza di un dono speciale, poiché con il Natale Dio ci fa dono di sé stesso, ci regala la Sua Vita. Una Vita che vince sulla morte! E questo dono di “Dio con noi,” racchiude in sé il mistero dell’incarnazione. Dio si è fatto carne, nato in una stalla. da una Vergine, nato quasi forestiero, Maria è Giuseppe erano a Betlemme per il censimento, e da chi viene accolto per primo? Non dai dotti e sapienti, ma da umili pastori, ed i pastori da sempre sono la parte più povera, più umile della società. Dal vangelo di Luca 8-11.

C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.

Tutto questo per farci comprendere, che Lui si è fatto carne per toccare le nostre fragilità, i nostri limiti, per annunciare ad ognuno di noi, aldilà delle ricchezze, del potere, della fama, che Lui ci ama così, come siamo, con le nostre piccolezze, e miserie umane. E noi cosa possiamo fare per accoglierlo e festeggiare la sua nascita? Noi con la gioia nei cuori dobbiamo recepire e vivere, l’annuncio dell’angelo come una grazia donata, e come i pastori   metterci in cammino verso la Luce di quel bambino che dopo duemila anni continua a dare testimonianza al mondo del miracolo della nascita di Dio.

L’invito per questo Natale è quello di essere prove viventi di quella luce che illuminando, riscalda il cuore degli uomini, anche quelli più aridi.  Madre Carla ne è stata un esempio, lei non solo ha saputo ascoltare la chiamata, ma si è resa disponibile ad accogliere il dono della Grazia di Dio e lo ha saputo divulgare nei luoghi più poveri e sperduti del mondo. Ricordarla in questa Santa Festa, ci aiuta a comprendere non solo l’importanza della nascita di un Dio Salvatore, ma ci apre la porta alla Santità, poiché tutti siamo chiamati a diventare Santi, come lo è sempre stata lei. Un augurio di un Santo Natale di pace e amore fraterno, possa arrivare in ogni angolo del mondo, specialmente nei luoghi, dove le guerre, spesso anche di religione, calpestano e massacrano la vita umana, dono inestimabile di Dio.

In preparazione al Natale

Pubblicato il: sabato 21 Dicembre 2024

Nella casa di riposo di Vermicino delle Suore Missionarie dell’Incarnazione, si è tenuto un incontro con Padre Gennaro Rosato, con i parenti delle ospiti, in preparazione del Natale, una bellissima riflessione che a volte non si considerano leggendo il Vangelo. Infatti, nella lettura dell‘Annunciazione dell‘Angelo Gabriele a Maria sono presenti vari personaggi, oltre a Dio, l’altissima figura principale nell’ascolto di Maria.

Anche la visita di Maria ad Elisabetta ci fa capire come noi dobbiamo essere disposti nell’ascoltare gli altri e condividere con loro le situazioni che stanno vivendo.  È il Signore Dio come un’artista che nella sua creatività li stupisce ogni giorno iniziando dal sorgere del sole alla natura che ci circonda dalla pioggia all’arcobaleno. Da noi stessi che, quando la mattina ci guardiamo allo specchio e ci studiamo della meraviglia che Dio ha fatto “l’uomo”.

Osservando la croce vediamo il grande amore che Dio ha avuto per noi donandoci suo figlio “Gesù”. È stato un incontro bellissimo dove Padre Gennaro ha creato un colloquio di serenità e di confronto con le nostre riflessioni e quelle delle Suore presenti è stata una bellissima esperienza sia per il cuore che per l’anima.  Per questo ringraziamo le Suore e per questa iniziativa.

Buone feste a tutti che Dio ci benedica.

SPUNTI DI NATIVITÀ

Pubblicato il: venerdì 20 Dicembre 2024

Oggi il tempo di Natale viene presentato attraverso varie sfaccettature, prevalentemente di natura consumistica. Basti pensare ai vari programmi televisivi dove si vedono servizi in cui le persone sono intente a fare shopping, ad acquistare regali da poter donare ai propri cari, file kilometriche fuori dai centri commerciali, gente che pazientemente aspetta fuori dai negozi.

Ma per quanto riguarda la vera essenza del Natale, della natività di Gesù Cristo, del viaggio pieno di paura e di ansia che hanno affrontato Maria e Giuseppe per raggiungere Betlemme e della successiva fuga verso l’Egitto, delle condizioni in cui Maria ha dovuto partorire il Bambino Gesù qualcuno si è mai chiesto qualcosa? Qualcuno si è mai provato a mettere nei panni dei personaggi di quest’evento che avrebbe sconvolto il mondo?

Allora con questo piccolo articolo andremo a visualizzare i protagonisti della vicenda e proveremo a dare qualche spunto riflessivo cercando similitudini tra le vite dei protagonisti e le nostre.

Vediamo chi sono i protagonisti:

  1. Gesù
  2. Maria
  3. Giuseppe
  4. I Magi
  5. Erode

Se c’è una cosa che mi ha sempre appassionato del mio percorso di Fede è notare come, nonostante millenni di distanza, molti personaggi che troviamo nei Vangeli o nei racconti della Bibbia adottino o usino comportamenti che sono simili o identici ai miei.

Oggi mi voglio soffermare in particolar modo su Giuseppe, Maria, i Magi ed Erode.

Partiamo da Maria e Giuseppe. Provando a metterci nei loro panni, quante volte anche noi abbiamo affrontato sfide simili? Sarà capitato sicuramente a ciascuno di noi di dover affrontare momenti, eventi e situazioni in cui ci era richiesto coraggio. In cui ci era richiesto di alzarci, prendere il nostro cammello e avviarci, nonostante l’ansia e il panico fossero i padroni del momento.

Se ci pensi bene, tutte le volte che ti alzi, che con coraggio affronti le sfide che il quotidiano o la vita ti mettono davanti, qualunque esse siano, stai agendo esattamente come Maria e Giuseppe che si sono prodigati per salvare la vita a Gesù.

L’amore e il coraggio sono le due armi che i nostri due Genitori (perché Maria e Giuseppe sono Madre e Padre anche per noi) hanno utilizzato sia per la nascita di Gesù sia nella fuga.

Proprio la fuga è un atto di grande coraggio. Anche se non sembra, la fuga richiede una forza d’animo differente. Basti pensare a Gesù che nel deserto “fugge” sottraendosi al quesito del demonio che lo tentava oppure a Santa Teresina di Lisieux che per evitare di peccare a causa di qualche sua consorella brontolona “fuggiva” in altre stanze del convento. Il paradosso Cristiano sta proprio nella fuga.

Un atto che tutto sembra tranne che eroico ma che in realtà dona una grande pace e una gioia mai visti. Infatti fuggendo Maria e Giuseppe hanno potuto salvare la vita a Gesù.

Anche noi quindi siamo chiamati ad armarci di coraggio ma soprattutto a fuggire quando serve soprattutto se ci troviamo davanti alle tentazioni.

Quando parliamo dei Magi la prima immagine che ci salta in mente è sicuramente quella delle statuine che mettiamo nel Presepe, ma questi tre personaggi ci insegnano una grande cosa. La Fiducia!

Potrebbero sembrare personaggi che vengono buttati lì nella storia, famosi solo per i doni che portano al Signore quando in realtà la loro figura ci dona un grande esempio di Fiducia in Dio che anche noi nel nostro piccolo siamo chiamati ad allenare.

Infatti quanti di noi al posto dei Magi si sarebbero fidati della famosa “Stella Cometa” che li avrebbe guidati da Gesù? Sicuramente non molti di noi, fragili e diffidenti come siamo.

Ecco magari l’esempio dei Magi può essere quello spunto dove anche personaggi che nella storia della Salvezza sembrano avere un ruolo marginale (poiché come sappiamo dopo la nascita tornano nel loro paese e non sappiamo più nulla di loro) danno invece una grande scossa nel coltivare la fiducia in Dio.

E soprattutto ricordiamo, in vista del Giubileo, che coltivare la Fiducia aiuta ad allenare anche la virtù della Speranza!

Infine parliamo dell’ultimo personaggio, Erode, colui che si è sentito usurpato di una carica, che detta in termini romani “rosica” della nascita di un altro Re.

Erode quindi viene ricordato solamente per le sue stupidaggini eppure quante volte anche noi siamo un po’ come Erode?

Proviamo a renderci conto di tutte quelle volte in cui, ad esempio, un compito, un posto o un ruolo ci vengono tolti o anche solamente veniamo informati che potremmo perderli. Secondo voi qual è la reazione che subito si insinua nel nostro animo?

Lo ammetto, io sono un po’ rosicone come Erode.

Però è questa l’ultima parola sulla mia vita? Rosicare come Erode mi definisce?

Non penso proprio!

Perché noi siamo molto altro che semplice fastidio per la perdita di un posto, noi siamo qualcosa di più profondo e il Signore lo sa, infatti ci ama infinitamente nonostante i nostri peccati.

Per concludere, vi invito a prendere sempre spunto dalle figure Bibliche, perché in Essi potreste trovare persone che come voi hanno affrontato ansie, sfide e paure e tenete d’occhio anche coloro che si sono rivelati personaggi sciocchi o pessimi come Erode perché anche da loro possiamo imparare qualcosa, come ad esempio scegliere il bene e l’amore sempre invece del male.

Vi auguro un buon Natale, grazie per aver letto il mio articolo e che il Signore Gesù vi benedica.

Alessio Pulcinelli

Studente Ecclesia Mater.

ANNO SANTO DEL GIUBILEO 2025

Pubblicato il: martedì 17 Dicembre 2024

Pellegrini con un salvacondotto: la Speranza che non confonde

 

Prime ore del mattino. Stazione Barberini linea A della metropolitana. Alcuni operai stanno raggiungendo il loro posto di lavoro ancora un po’ assonnati. Indossano scarpe antinfortunistiche e tute ripulite, ma evidentemente consumate dalle loro fatiche. Sulla lunga scala mobile si confondono tra dipendenti pubblici, uomini in divisa, badanti, un paio di funzionari in giacca e cravatta e alcuni studenti.

  I pellegrini, invece, si muoveranno prevalentemente in gruppi. Arriveranno equipaggiati di catechesi, momenti di preghiera organizzati prima o durante il viaggio. Vestiranno cappellini e zainetti colorati. Si muoveranno per età (giubileo dei bambini, delle famiglie, dei giovani…) o per categorie (lavoratori, sportivi, scuola e università…). Gli uni e gli altri attraverseranno Roma e le sue piazze, con obiettivi chiaramente diversi, ma forse del tutto ignari che l’Anno Santo, ogni Giubileo, lascia inevitabilmente segni indelebili del suo passaggio. Come l’insospettabile Fontana di Trevi, a pochi passi da stazione Barberini. La più fotografata, in ogni stagione dell’anno, fin dalle prime luci dell’alba. Affascina con i suoi giochi d’acqua e le sue statue colossali. Eppure quasi tutti ignorano che è frutto della premura dei Papi per gli abitanti di Roma e per i pellegrini provenienti da ogni dove. Occorre garantire acqua potabile, consolidare gli acquedotti, bonificare territori malsani, attrezzare spazi di accoglienza. Il Giubileo, di ieri e di oggi, è senza dubbio opportunità per sensibilizzare le coscienze e per prendere atto della stagione ecclesiale e civile che si sta attraversando e di conseguenza intraprendere decisivi provvedimenti sul piano sociale, pastorale, teologico e dottrinale, e tuttavia, quando si parla di Anni Santi, non possono mancare riferimenti alle implicazioni sociali ed economiche del piano urbanistico della Città eterna. Roma è da mesi un cantiere a cielo aperto. Si va dal lavoro di restauro delle principali meraviglie artistiche come il Baldacchino del Bernini e la Pietà di Michelangelo in san Pietro – che oggi avvolti nel telo schermante dei ponteggi fanno rimanere delusi i turisti – alla riqualificazione di snodi importanti della viabilità, del trasporto pubblico e di aree pedonali. Piazza San Giovanni con la sua vocazione spirituale e popolare e l’area di piazza Pia che collega Castel Sant’Angelo a San Pietro, per citare due delle principali opere in corso, saranno (speriamo) significativi centri di aggregazione riqualificati.

         Il pellegrinaggio ad Petri sedem raccoglieva un’istanza che veniva dal popolo. Evidentemente i pellegrinaggi non nascevano con il Giubileo indetto da Bonifacio VIII nel 1300. Roma è Città Santa prima del Giubileo! Girolamo, la domenica con gli amici andava in giro per le tombe dei martiri. Una forma di venerazione antica, nella quale si colloca con forza la centralità petrina, senza tralasciare tuttavia gli innumerevoli martiri che hanno lavato con il loro sangue la sacralità di Roma. Fin dalle catacombe si desiderava la loro compagnia, come scrive il grande papa Damaso nella cripta dei papi a S. Callisto:  «Se lo cerchi, sappi che qui riposa, unita, una schiera di Beati. I sepolcri venerandi conservano i corpi dei santi, ma la reggia del cielo ha rapito per sé le anime elette – e aggiungeva – anch’io qui avrei voluto essere sepolto, ma ebbi timore di disturbare le ceneri sante dei Beati».

         Nel 2025, forse, occorre avere timore non di disturbare le ceneri dei beati, ma di non disturbarle affatto. Di ridurre cioè la sacralità del Giubileo alla straordinarietà di un evento, anzi, di una serie di eventi. Di restare affascinati dall’apertura di una o più Porte Sante, senza ricordare che il Risorto, da sempre, ha la capacità di entrare «a porte chiuse» (e di stare) nella paura dei discepoli, per augurare la pace a fraternità insidiate.

         Ieri come oggi, i pellegrini giungono a Roma dai luoghi della non-pace. Per Amore e per Fede attraversano luoghi di conflitti personali e sociali. Occorre consegnare loro un salvacondotto: la Speranza che non confonde e che fa cogliere nel tempo la presenza viva dell’Eterno.

 

don Michele Martinelli

Assistente Nazionale

Settore Giovani Azione Cattolica Italia

“Sì!”, per sempre

Pubblicato il: sabato 14 Dicembre 2024

Come ripagare un giorno il Signore per tutte le cose buone che ha fatto per me?

“Alzerò il calice della salvezza e adempirò i miei voti al Signore, sì davanti a tutto il suo popolo” (dal Salmo 115).

Il giorno 7 dicembre 2024, durante la Messa vespertina dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, nella Cappella di Casa Madre a Vermicino, sr. Jifna Mary proveniente dall’India e sr. Jolie Solange proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo, hanno emesso i loro voti perpetui nella congregazione delle Suore Missionarie dell’Incarnazione.

Una bella partecipazione di consorelle, amici e numerosi sacerdoti concelebranti, tra cui molti congolesi in Italia.

Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Satriano, Vescovo di Bari-Bitonto, ha presieduto la celebrazione eucaristica, e il rito della consacrazione, ha trasmesso un messaggio pieno di speranza sia a noi religiose che ai molti fedeli presenti: “Dio non ci chiede tanto ma ci chiede tutto. Dobbiamo generare la vita che viene da Lui”.

 È stato per noi una grande gioia la presenza della nostra confondatrice Madre Anna Piu, della Madre Generale e delle sorelle provenienti da varie comunità.

Esprimiamo il nostro sincero ringraziamento a tutte voi, care sorelle, che ci avete sostenuto durante il cammino della formazione religiosa fino al nostro “sì” definitivo nella nostra Famiglia religiosa.  Ringraziamo il Signore perché ci ha scelto per essere portatrici del suo Verbo Incarnato e con affetto ringraziamo Madre Carla per aver colto con cuore aperto la chiamata del Signore, dando vita e inizio a questa Famiglia religiosa.

Dopo la celebrazione abbiamo vissuto un bellissimo momento di fraternità intorno ad una mensa ricca di pietanze di varie parti del mondo, preparati con tanto amore dalle nostre care sorelle.

Con questa piccola parola: “Grazie”, semplice ma ricca di valore, esprimiamo la nostra gratitudine.

Grazie per tutti i vostri gesti di amicizia, di affetto e di amore sincero. Non era solo la nostra festa ma di tutti. Grazie!

Festa di indipendenza e della Bandiera

Pubblicato il: lunedì 2 Dicembre 2024

Il 28 e 29 novembre sono due date importanti per tutti gli albanesi.  Il 28 novembre 1912 avvenne l’indipendenza dai turchi e l’innalzamento della bandiera a Valona.

Questa data è collegata al 28 novembre 1943, quando l’eroe nazionale Gjergj Kastrioti innalzò la bandiera Kruja e trionfò l’indipendenza dell’Albania dall’impero Ottomano.

Invece il giorno 29 novembre 1944 l’Albania fu liberata dall’occupazione nazista.

Queste date ci ricordano le sofferenze e il sangue che donarono tanti giovani uomini e donne per la Patria.

L’Albania è un paese che ha sofferto molto, però col coraggio, patriottismo e l’intelligenza, e il sangue di tanti Martiri ce l’abbiamo fatta!

Anche noi abbiamo festeggiato nell’Asilo di Madre Carla. Abbiamo vestito i bambini coi colori tipici della bandiera albanese: il rosso simbolizza il sangue dei Martiri e il nero l’aquila che vola.

Attraverso poesie, canzoni e danze i bimbi hanno rappresentato l’amore per il nostro paese. Abbiamo vissuto bei momenti tutti insieme.