Archivio Categoria voce-comunita

XXXIII Giornata Mondiale del Malato

Pubblicato il: venerdì 14 Febbraio 2025

Dalle parole del Santo Padre, Papa Francesco, di qualche giorno fa: “Celebriamo la XXXIII Giornata Mondiale del Malato nell’Anno Giubilare 2025, in cui la Chiesa ci invita a farci pellegrini di speranza”.

Perché mai il Santo Padre definisce questa una giornata di speranza? Perché chi opera con i malati, con gli anziani e con le loro malattie degenerative, dona speranza ogni giorno a vite spesso segnate dalla sofferenza e dalla solitudine. Spesso non sono solo le cure mediche a dare sollievo al dolore: occorrono una carezza, un sorriso, una parola di conforto che infondano fiducia e calore umano.

L’11 febbraio 2025, presso le Suore Missionarie dell’Incarnazione di Vermicino, dove sono ospitate le nostre mamme, abbiamo celebrato questa speciale Festa della Speranza. Un pomeriggio iniziato con la Santa Messa, celebrata tra canti e preghiere in un’atmosfera familiare e raccolta. Poi, la condivisione di un momento conviviale, fatto di dolci e pietanze preparate con amore.

Le nostre mamme? Tutte gioiose e serene

Su Planu: concerto di beneficenza per la missione

Pubblicato il: lunedì 10 Febbraio 2025

Nella parrocchia dello Spirito Santo una serata di musica e solidarietà

Sabato 8 febbraio la parrocchia Spirito Santo di Su Planu, ha ospitato il concerto di beneficenza dell’Ensemble Chorus Project Luigi Rachel di Quartu Sant’Elena, diretto dal maestro Giacomo Medas e del coro del gruppo folk «Città di Dolianova», diretto dalla maestra Maria Elisabetta Agus.

Le due corali si sono esibite per sostenere la costruzione di una scuola materna nella missione di Boassa, in Burkina Faso, dove operano le Suore Missionarie dell’Incarnazione, accogliendo l’invito di suor Lovely che opera nella comunità parrocchiale selargina.

È stata lei ad introdurre la serata, portando i saluti della Madre generale, suor Carmela Cataldo, che non ha potuto presenziare per motivi di salute.

La voce delle suore

«Boassa – ha detto suor Lovely – è un villaggio povero, dove manca del tutto l’acqua, il cibo e la corrente elettrica. Solo durante il tempo delle piogge è possibile coltivare la terra e il poco raccolto viene conservato anche per il lungo tempo della siccità».

Il progetto

Lo scopo della raccolta delle offerte è la costruzione di una scuola materna, che possa permettere la scolarizzazione a partire dai bambini più piccoli, ma anche aiutare tutte le donne del villaggio nella loro formazione.

La maggior parte dei piccoli non va a scuola perché costretta a cercare l’acqua e il cibo lontano dal proprio villaggio.

Nel terreno acquistato 10 anni fa è stata costruita una casetta, che accoglie quattro consorelle missionarie, dove si svolge il catechismo, le attività del coro, l’animazione dei bambini e dei giovani ed è presente un gruppo vocazionale.

Il programma

I due cori intervenuti hanno proposto alcuni brani del loro repertorio, tra cui l’Adieumus di Karl Jenkins per l’Ensemble Chorus Project e S’aneddu di Bobore Nuvoli per il coro «Città di Dolianova».

In formazioni riunite è stato invece proposta la Ninna nanna de Anton’Istene di don Pietro Allori, composta nel 1969 su testo poetico di Antioco Casula, noto Montanaru.

Dopo i ringraziamenti e saluti finali del parroco don Giuseppe Camboni, la serata si è conclusa con un invito conviviale nell’oratorio di Su Planu, dove i due cori hanno regalato ulteriori esibizioni in amicizia e condivisione.

Susanna Musanti

Festa interdiocesana della Vita Consacrata: storie, volti e gesti di fede, speranza e carità

Pubblicato il: lunedì 3 Febbraio 2025

La Giornata Mondiale della Vita consacrata rappresenta sempre un momento speciale per la comunità religiosa, ma quest’anno, per la prima volta religiosi e religiose presenti nel territorio della diocesi di Velletri-Segni e Frascati lo hanno celebrato insieme nel pomeriggio di domenica 2 febbraio presso la parrocchia di san Giuseppe Lavoratore in località

Attorno al vescovo Stefano Russo la grande sala si è riempita di una folta presenza di persone che hanno donato la loro vita a Dio nelle più varie forme, ma tutti accomunati da una stessa scelta radicale di vita.

 Una “festa” è stata definita la serata: il tempo è volato in un’alternanza di canti e testimonianze, spaccati di vita che hanno dello straordinario.

  • Le suore di san Camillo – che rischiano la vita per i malati negli ospedali – come in tempo di Covid o altre malattie pericolose ;
  • Salesiani , che ancora oggi continuano il sogno di S. Giovanni Bosco, per incontrare i giovani oggi nel loro vissuto camminando accanto a loro, lavorando non come battitori liberi ma insieme, per far sì che i giovani “si sentano a casa” in una Chiesa che sia una famiglia accogliente;
  • le suore di Santa Marta, nate per raccogliere bambini orfani o abbandonati – in un ‘audace tentativo’ – e vivere in mezzo alla gente secondo le necessità, anziani, malati… in tante parti del mondo, ‘come Marta di Betania ha accolto Gesù;
  • i carmelitani con p. James del Kerala che, seguendo la voce chiara di Dio, ha lasciato la propria terra, si è donato in tante opere di giustizia sociale in un mondo fatto di caste chiuse, per dare dignità a tanti, fino ad arrivare in Italia, dove continua a testimoniare l’amore di Cristo;
  • le Suore Missionarie dell’Incarnazione, e la loro esperienza in spirito sinodale nel comunicare al mondo che Dio si è fatto carne, e l’impegno ad essere segni viventi di questa realtà, lasciando che Dio oggi prenda carne nelle situazioni concrete della vita.

E se altri avessero avuto il tempo di parlare, chissà quanti altri tesori avremmo potuto contemplare.

“Pennellate dello Spirito Santo” ha definito queste testimonianze il Vescovo Stefano, “come in un giardino fiorito di tanti colori” sottolineando l’importanza di ritrovarsi insieme come vita consacrata, in comunione fra tutti e invitando a sentirsi sempre più corresponsabili, gli uni verso gli altri, protagonisti.

Far sperimentare la Chiesa come famiglia, che tanti possano dire: ‘mi trovo a casa’ accogliendo tutti in Cristo.

È seguita la celebrazione presieduta dal Vescovo Stefano e numerosi religiosi sacerdoti, durante la quale è stata rinnovata la consegna della propria vita a Dio, che le letture della liturgia hanno mostrato.

Come ha detto il Vescovo:

“Il racconto della presentazione di Gesù al tempio parla di Maria e Giuseppe che portano Gesù al tempio: essi sono lì per consegnare la loro vita a Dio.

Un atto da ripetere ogni giorno che a sua volta ci fa ritrovare “rinnovati” in due aspetti in particolare:

rimanere stanziati, radicati nella nostra fede” e mettersi in cammino insieme verso Cristo chiedendogli “cosa vuoi da noi oggi affinché questa vita sia ancora espressione del tuo amore?” 

Lo Spirito Santo suggerisce strade nuove, spesso faticose e contrarie alla corrente, ma che continuano ad annunciare Gesù”.

Il vescovo ha proseguito poi con un’osservazione particolare:

“Anna e Simeone sono ‘anziani’ – come possiamo riscontrare anche nelle nostre comunità – eppure hanno avuto un ruolo importantissimo in quel momento. Allora anche noi, se acquistiamo gli occhi del bambino evangelico, in qualsiasi età riscopriremo l’azione di Dio. Lasciamoci rinnovare dall’Amore di Dio e facciamo gesti concreti che ci fanno annunciatori di Cristo”. 

Ci rimane la gratitudine a Dio per il dono della vita consacrata, per la gioia della conoscenza reciproca che ha permesso di imparare gli uni dagli altri rafforzando la comunione, per aver potuto contemplare la multiforme azione dello Spirito Santo, che di tempo in tempo ha arricchito la Chiesa di carismi, luci uniche e originali che non vivono per sé stesse ma illuminano e nutrono tutta la cristianità, componendo l’unico Corpo di Cristo.

Raduno giovanile nel villaggio di Pongchau

Pubblicato il: domenica 12 Gennaio 2025

L’Arunachal Pradesh è uno stato nella parte nord-orientale dell’India, con un paesaggio di valli profonde, altipiani, colline e creste. Dato che l’Arunachal Pradesh ha ospitato la prima corsa del sole nel territorio indiano, dal 1972 lo stato è denominato la “Terra del Sole Nascente”.

Più della metà della popolazione dell’Arunachal Pradesh è impiegata nell’agricoltura, ma solo una piccola parte del territorio è coltivata. Le tribù principali sono ventisei. Noi, Suore Missionarie dell’Incarnazione, prestiamo il nostro apostolato presso il Wancho, nel villaggio Pongchau.

Ogni villaggio ha un territorio, un suo re e la sua regina. Il re ha la libertà di scegliere le ragazze. La regina viene scelta dalla famiglia del re.  Il re è il capo del villaggio e ha il potere su tutte le famiglie del villaggio ed ogni famiglia deve versargli una quota del raccolto.

La maggior parte delle case sono costruite con bambù, foglie di palma e legno, e solo  da poco hanno iniziato a costruire le case con tina. Le case sono decorate con trofei di teste di Mithun, che è l’animale di stato. Si trovano armi in quasi tutte le case e vengono utilizzate per le feste.

Papa Francesco ci ha chiamato a lasciare le nostre zone di comfort e ad andare verso la “periferia”, mettendo i poveri ed i vulnerabili al centro dei nostri pensieri e delle nostre azioni. Ed in questi luoghi sono tanti i problemi della gente locale, ed anche delle Suore che qui vivono: la rete idrica, i trasporti, la benzina, le strade, le scuole etc.

Ci sono belle virtu’: una forte fede, uno spirito di preghiera ed un vivace talento nel canto e nella danza. Purtroppo risulta difficile poter celebrare frequentemente la Santa Messa. Notevoli anche le difficoltà nel far studiare i bimbi, sia per i problemi economici delle famiglie che per le distanze. Ecco perché’ abbiamo organizzato un ostello, l’“Incarnation girls hostel”, dove al momento alloggiano settantaquattro bambini che rimangono con noi e frequentano la scuola.

Non è facile per noi Suore sostenere tali impegni, ma ci sforziamo di continuare ad offrire, a chi è in difficoltà, educazione, vitto, alloggio, medicine e cure, sperando di poter illuminare il loro futuro.

Durante le vacanze invitiamo le ragazze a stare con noi per insegnar loro alcune cose importanti, come la Parola di Dio, i valori cristiani e morali, le conoscenze generali, le informazioni sui mass media etc.

Madre Carla Borgheri afferma che “L’apostolato della Congregazione deve essere diretto particolarmente alla gioventù, per avvicinarla sempre più al Vangelo, alla vita interiore e al mistero dell’Incarnazione. Curerà con amore i ritiri, le giornate di studio e, quando è necessario, con prudenza, i mass media”.

Durante le vacanze di Natale, allo scopo di illuminare la mente e il cuore delle ragazze, abbiamo condotto un programma di orientamento professionale per tre giorni. Hanno partecipato 24 ragazze provenienti dai sette villaggi intorno a noi. Abbiamo iniziato il programma il 27 dicembre, accogliendole con una bella canzone. Il primo giorno abbiamo eseguito alcuni canti cristiani, abbiamo fatto dei giochi e tenuto alcune sessioni sulla spiegazione della Bibbia e sugli eventi importanti del Nuovo Testamento. Il secondo giorno abbiamo insegnato come discernere ed orientarsi tra i social media. Il terzo giorno è stata celebrata la Santa Messa solenne e abbiamo pregato per le intenzioni delle ragazze. Dopo la Messa abbiamo distribuito i premi alle vincitrici dei vari giochi.

Le ragazze erano molto interessate, ponevano domande e comunque soddisfatte dell’esperienza, umana e spirituale, vissuta con le Suore Missionarie dell’Incarnazione. Speriamo che sia stata una piccola luce nei loro giovani cuori.

L’Epifania del Signore

Pubblicato il: venerdì 10 Gennaio 2025

L’Epifania del Signore, simboleggia la rivelazione della divinità di Cristo al mondo intero, al di là delle culture e religioni, è l’universalità, l’incontro del messaggio di Gesù di speranza e salvezza a tutta l’umanità, “Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”.

I tre re Magi simboleggiano proprio questo, tre umanità diverse tra loro che seguono una stella, si una stella, una delle meraviglie del Creatore, per incontrare, donare ed adorare il “Dio con noi”.

Domenica 5 gennaio presso la casa di riposo di Vermicino, le nostre suore hanno saputo cogliere anche stavolta il messaggio di questa rivelazione universale e del dono per tutti, organizzando una grande e bellissima festa. Balli, canti, musiche provenienti dalle più svariate parti della terra, e poi doni per tutti, senza alcuna differenza, per le nostre suore, per noi figli e nipoti e poi per le nostre mamme, qualcuna attenta, qualcuna un po’ meno, ma tutte con la gioia negli occhi, quella gioia pura, che forse hanno provato anche i re Magi alla vista del piccolo Gesù. È stato un incontro tra il sacro e l’umano, quell’umano fatto di una tombolata, di tante buone prelibatezze culinarie, e poi una bellissima befana, con le scarpe tutte rotte e con il vestito alla romana. Poi ammettiamolo pure, dove c’è l’allegria, l’armonia, la pace dell’incontro, lì c’è lo Spirito di Dio!

Un Natale di luce e meraviglia al “Nëna Carla Borgheri”

Pubblicato il: mercoledì 1 Gennaio 2025

Il Natale, con la sua magia senza tempo, continua a essere la festa più amata dai bambini. Non solo per i regali di Babbo Natale, ma per il suo messaggio profondo: un momento di gioia, amore e condivisione.

Al centro diurno “Nëna Carla Borgheri” di Shenkoll, in Albania, abbiamo vissuto questa meraviglia attraverso una festa indimenticabile, dove i più piccoli hanno saputo emozionare e incantare tutti i presenti.

I nostri piccoli artisti, vere “stelline” della serata, hanno saputo trasformare l’evento in un’esperienza unica. Con entusiasmo e passione, hanno dato vita a danze, canti e poesie dedicate a Gesù Bambino.

Il momento clou della festa è stata la rappresentazione della Natività, dove la dolcezza e l’innocenza dei bambini hanno reso il mistero della nascita di Cristo ancora più toccante.

Genitori e familiari, emozionati e orgogliosi, sono rimasti colpiti dalla spontaneità e dal talento dei loro figli.

Papa Francesco ci ricorda che il Natale è un tempo per guardare oltre le apparenze, riscoprendo la semplicità e l’umiltà di Dio che si fa uomo. Le sue parole, “Non lasciamoci distrarre dalle cose superficiali, ma guardiamo al presepe per riscoprire il cuore della nostra fede”, sono state il filo conduttore della nostra festa. Ogni sorriso e ogni gesto dei bambini hanno incarnato questo messaggio, portando nei cuori di tutti una rinnovata speranza.

Questo Natale ha avuto un significato ancor più profondo, intrecciandosi con l’apertura del Giubileo: un tempo di grazia e di rinnovamento spirituale. La recita della Natività ha sottolineato l’importanza del perdono, della pace e della gratitudine, valori che il Giubileo e il Natale condividono.

Dallo scarto alla vita nuova

Pubblicato il: martedì 24 Dicembre 2024

Natale è la festa degli umili e dei semplici, perché Dio si manifesta nella semplicità e nella povertà. Egli accetta l’umiltà e la fragilità della nostra storia personale, viene e supera tutte le distanze, si fa vicino a noi, come le cose più semplici e quotidiane dell’esistenza. È lo stile di Dio quello di scegliere ciò che al mondo è scartato e marginato per ridare nuova vita e renderla più preziosa.

Questo ci insegna il mistero dell’Incarnazione, e questo è il messaggio che ho voluto dare con il mio presepe Dallo scarto alla vita nuova, esposto questi giorni tra i 100 Presepi in Vaticano.

Il mio presepe illustra proprio il Mistero che da sempre affascina e attrae l’umanità. Dio ci parla con la tenerezza e il linguaggio di un Bambino, ci insegna ciò che è essenziale per la nostra vita.

Il titolo Dallo scarto alla vita nuova richiama alle grandi sfide attuali in un mondo che affronta continue sfide – sociali, economiche e ambientali -, ci ricorda che ciò che sembra perduto o scartato può essere accolto e trasformato in una realtà preziosa. Porta un messaggio di speranza e di rinascita.

L’opera mette la Grotta della Natività al centro di tutto, è l’unico luogo che non ha una porta, questo significa che il cuore è chiamato a non essere chiuso, ma aperto, libero, capace di accogliere tutti. Il pastore, il primo ad ascoltare il messaggio divino, risponde mettendosi in cammino portando con sé anche le pecore scartate verso la Grotta, per un incontro di amore e di stupore.

I mestieri riproposti nel presepe rappresentano la vita e ci richiamano a valorizzare la semplicità dell’attività quotidiana, a saper stare insieme, dove tutti si sentono fratelli e creano una comunità di pace.

Quando viviamo la fraternità alla luce del sacramento della povertà e della semplicità, impariamo a riconoscere in ogni persona il volto di Cristo, e così costruiamo una vita nuova, basata sulla giustizia, sull’amore e sul rispetto per ogni vita umana, specialmente per chi è più vulnerabile.

Si è fatta particolare attenzione all’utilizzo di materiale riciclato come il polistirolo, il legno di vecchie cassette di frutta, plastica, giornali, cartone, avanzi di stoffa ecc., dando prova che lo “scarto” può essere una risorsa in favore dell’impegno ecologico.

Il natale, allora, sia per tutti un’opportunità di rinascita. Spalanchiamo il cuore alla novità che Dio vuole realizzare con noi e attraverso di noi. Siamo tutti fratelli!

Celebrare il Natale è un invito alla speranza, e questa speranza è offerta a tutti, nessuno escluso. Auguri di buon Natale e un Anno giubilare carico di pace e gioia a tutti.

Sr. Loreda Spagnolo, SMI

“Dallo scarto alla vita nuova”, il presepe di Suor Loreda in Piazza San Pietro

Il dono di Dio che illumina e riscalda i cuori

Pubblicato il: sabato 21 Dicembre 2024

Il Natale è la festa dei doni, non certo però quella del consumismo, della frenetica e spasmodica ricerca del regalo da fare, al contrario, è la ricorrenza di un dono speciale, poiché con il Natale Dio ci fa dono di sé stesso, ci regala la Sua Vita. Una Vita che vince sulla morte! E questo dono di “Dio con noi,” racchiude in sé il mistero dell’incarnazione. Dio si è fatto carne, nato in una stalla. da una Vergine, nato quasi forestiero, Maria è Giuseppe erano a Betlemme per il censimento, e da chi viene accolto per primo? Non dai dotti e sapienti, ma da umili pastori, ed i pastori da sempre sono la parte più povera, più umile della società. Dal vangelo di Luca 8-11.

C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.

Tutto questo per farci comprendere, che Lui si è fatto carne per toccare le nostre fragilità, i nostri limiti, per annunciare ad ognuno di noi, aldilà delle ricchezze, del potere, della fama, che Lui ci ama così, come siamo, con le nostre piccolezze, e miserie umane. E noi cosa possiamo fare per accoglierlo e festeggiare la sua nascita? Noi con la gioia nei cuori dobbiamo recepire e vivere, l’annuncio dell’angelo come una grazia donata, e come i pastori   metterci in cammino verso la Luce di quel bambino che dopo duemila anni continua a dare testimonianza al mondo del miracolo della nascita di Dio.

L’invito per questo Natale è quello di essere prove viventi di quella luce che illuminando, riscalda il cuore degli uomini, anche quelli più aridi.  Madre Carla ne è stata un esempio, lei non solo ha saputo ascoltare la chiamata, ma si è resa disponibile ad accogliere il dono della Grazia di Dio e lo ha saputo divulgare nei luoghi più poveri e sperduti del mondo. Ricordarla in questa Santa Festa, ci aiuta a comprendere non solo l’importanza della nascita di un Dio Salvatore, ma ci apre la porta alla Santità, poiché tutti siamo chiamati a diventare Santi, come lo è sempre stata lei. Un augurio di un Santo Natale di pace e amore fraterno, possa arrivare in ogni angolo del mondo, specialmente nei luoghi, dove le guerre, spesso anche di religione, calpestano e massacrano la vita umana, dono inestimabile di Dio.

In preparazione al Natale

Pubblicato il: sabato 21 Dicembre 2024

Nella casa di riposo di Vermicino delle Suore Missionarie dell’Incarnazione, si è tenuto un incontro con Padre Gennaro Rosato, con i parenti delle ospiti, in preparazione del Natale, una bellissima riflessione che a volte non si considerano leggendo il Vangelo. Infatti, nella lettura dell‘Annunciazione dell‘Angelo Gabriele a Maria sono presenti vari personaggi, oltre a Dio, l’altissima figura principale nell’ascolto di Maria.

Anche la visita di Maria ad Elisabetta ci fa capire come noi dobbiamo essere disposti nell’ascoltare gli altri e condividere con loro le situazioni che stanno vivendo.  È il Signore Dio come un’artista che nella sua creatività li stupisce ogni giorno iniziando dal sorgere del sole alla natura che ci circonda dalla pioggia all’arcobaleno. Da noi stessi che, quando la mattina ci guardiamo allo specchio e ci studiamo della meraviglia che Dio ha fatto “l’uomo”.

Osservando la croce vediamo il grande amore che Dio ha avuto per noi donandoci suo figlio “Gesù”. È stato un incontro bellissimo dove Padre Gennaro ha creato un colloquio di serenità e di confronto con le nostre riflessioni e quelle delle Suore presenti è stata una bellissima esperienza sia per il cuore che per l’anima.  Per questo ringraziamo le Suore e per questa iniziativa.

Buone feste a tutti che Dio ci benedica.

SPUNTI DI NATIVITÀ

Pubblicato il: venerdì 20 Dicembre 2024

Oggi il tempo di Natale viene presentato attraverso varie sfaccettature, prevalentemente di natura consumistica. Basti pensare ai vari programmi televisivi dove si vedono servizi in cui le persone sono intente a fare shopping, ad acquistare regali da poter donare ai propri cari, file kilometriche fuori dai centri commerciali, gente che pazientemente aspetta fuori dai negozi.

Ma per quanto riguarda la vera essenza del Natale, della natività di Gesù Cristo, del viaggio pieno di paura e di ansia che hanno affrontato Maria e Giuseppe per raggiungere Betlemme e della successiva fuga verso l’Egitto, delle condizioni in cui Maria ha dovuto partorire il Bambino Gesù qualcuno si è mai chiesto qualcosa? Qualcuno si è mai provato a mettere nei panni dei personaggi di quest’evento che avrebbe sconvolto il mondo?

Allora con questo piccolo articolo andremo a visualizzare i protagonisti della vicenda e proveremo a dare qualche spunto riflessivo cercando similitudini tra le vite dei protagonisti e le nostre.

Vediamo chi sono i protagonisti:

  1. Gesù
  2. Maria
  3. Giuseppe
  4. I Magi
  5. Erode

Se c’è una cosa che mi ha sempre appassionato del mio percorso di Fede è notare come, nonostante millenni di distanza, molti personaggi che troviamo nei Vangeli o nei racconti della Bibbia adottino o usino comportamenti che sono simili o identici ai miei.

Oggi mi voglio soffermare in particolar modo su Giuseppe, Maria, i Magi ed Erode.

Partiamo da Maria e Giuseppe. Provando a metterci nei loro panni, quante volte anche noi abbiamo affrontato sfide simili? Sarà capitato sicuramente a ciascuno di noi di dover affrontare momenti, eventi e situazioni in cui ci era richiesto coraggio. In cui ci era richiesto di alzarci, prendere il nostro cammello e avviarci, nonostante l’ansia e il panico fossero i padroni del momento.

Se ci pensi bene, tutte le volte che ti alzi, che con coraggio affronti le sfide che il quotidiano o la vita ti mettono davanti, qualunque esse siano, stai agendo esattamente come Maria e Giuseppe che si sono prodigati per salvare la vita a Gesù.

L’amore e il coraggio sono le due armi che i nostri due Genitori (perché Maria e Giuseppe sono Madre e Padre anche per noi) hanno utilizzato sia per la nascita di Gesù sia nella fuga.

Proprio la fuga è un atto di grande coraggio. Anche se non sembra, la fuga richiede una forza d’animo differente. Basti pensare a Gesù che nel deserto “fugge” sottraendosi al quesito del demonio che lo tentava oppure a Santa Teresina di Lisieux che per evitare di peccare a causa di qualche sua consorella brontolona “fuggiva” in altre stanze del convento. Il paradosso Cristiano sta proprio nella fuga.

Un atto che tutto sembra tranne che eroico ma che in realtà dona una grande pace e una gioia mai visti. Infatti fuggendo Maria e Giuseppe hanno potuto salvare la vita a Gesù.

Anche noi quindi siamo chiamati ad armarci di coraggio ma soprattutto a fuggire quando serve soprattutto se ci troviamo davanti alle tentazioni.

Quando parliamo dei Magi la prima immagine che ci salta in mente è sicuramente quella delle statuine che mettiamo nel Presepe, ma questi tre personaggi ci insegnano una grande cosa. La Fiducia!

Potrebbero sembrare personaggi che vengono buttati lì nella storia, famosi solo per i doni che portano al Signore quando in realtà la loro figura ci dona un grande esempio di Fiducia in Dio che anche noi nel nostro piccolo siamo chiamati ad allenare.

Infatti quanti di noi al posto dei Magi si sarebbero fidati della famosa “Stella Cometa” che li avrebbe guidati da Gesù? Sicuramente non molti di noi, fragili e diffidenti come siamo.

Ecco magari l’esempio dei Magi può essere quello spunto dove anche personaggi che nella storia della Salvezza sembrano avere un ruolo marginale (poiché come sappiamo dopo la nascita tornano nel loro paese e non sappiamo più nulla di loro) danno invece una grande scossa nel coltivare la fiducia in Dio.

E soprattutto ricordiamo, in vista del Giubileo, che coltivare la Fiducia aiuta ad allenare anche la virtù della Speranza!

Infine parliamo dell’ultimo personaggio, Erode, colui che si è sentito usurpato di una carica, che detta in termini romani “rosica” della nascita di un altro Re.

Erode quindi viene ricordato solamente per le sue stupidaggini eppure quante volte anche noi siamo un po’ come Erode?

Proviamo a renderci conto di tutte quelle volte in cui, ad esempio, un compito, un posto o un ruolo ci vengono tolti o anche solamente veniamo informati che potremmo perderli. Secondo voi qual è la reazione che subito si insinua nel nostro animo?

Lo ammetto, io sono un po’ rosicone come Erode.

Però è questa l’ultima parola sulla mia vita? Rosicare come Erode mi definisce?

Non penso proprio!

Perché noi siamo molto altro che semplice fastidio per la perdita di un posto, noi siamo qualcosa di più profondo e il Signore lo sa, infatti ci ama infinitamente nonostante i nostri peccati.

Per concludere, vi invito a prendere sempre spunto dalle figure Bibliche, perché in Essi potreste trovare persone che come voi hanno affrontato ansie, sfide e paure e tenete d’occhio anche coloro che si sono rivelati personaggi sciocchi o pessimi come Erode perché anche da loro possiamo imparare qualcosa, come ad esempio scegliere il bene e l’amore sempre invece del male.

Vi auguro un buon Natale, grazie per aver letto il mio articolo e che il Signore Gesù vi benedica.

Alessio Pulcinelli

Studente Ecclesia Mater.