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Una visita speciale ai bambini della scuola “Sacro Cuore”

Pubblicato il: mercoledì 10 Maggio 2023

Gli scorsi giorni i bambini della nostra Scuola dell’Infanzia Paritaria “Sacro Cuore” hanno ricevuto la visita di “tre ospiti speciali”, arrivati in occasione della Visita canonica: Madre Carmela Cataldo superiora generale, Sr. Loreda Spagnolo vicaria generale e Sr. Jessy Chennathara consigliere generale delle Suore Missionarie dell‘Incarnazione.

Madre Carmela ha voluto conoscere i bambini presenti a Scuola e si è intrattenuta con loro, esortandoli ad essere bambini buoni e bravi sia a casa che a scuola. I bambini disponibili all’ascolto hanno risposto con semplicità e spontaneità alle domande rivolte e hanno anche intonato alcune allegra canzoncine, accompagnate da semplici balli.

La Visita si è conclusa con la distribuzione di dolcetti, che i bambini hanno gradito con  tanta soddisfazione.

“Indietro, o fanti, questa terra è mia”

Pubblicato il: mercoledì 3 Maggio 2023

Come da tradizione, nell’ultima domenica di aprile, nella nostra parrocchia di Capo Croce, a Frascati si festeggia Maria Santissima in ricordo del miracolo del 1527.
È stata una giornata ricca di eventi, in mattinata sono stati esposti i disegni fatti dai bambini e ragazzi del catechismo, poi la giornata è culminata con la celebrazione dei vespri solenni e la S. Messa presieduta da S.E. il Vescovo Martinelli a cui è stata donata una copia dell’immagine sacra come ringraziamento degli anni trascorsi i questa diocesi.
La processione, molto sentita dal popolo devoto a Maria, che quest’anno sarebbe partita dall’altro santuario frascatano, la Chiesa delle scuole Pie, non si è potuta svolgere a causa del maltempo. Preghiamo Maria che interceda ancora una volta per noi, per tutto il popolo, perché cessino le guerre e le atrocità in ogni angolo del mondo. Affidiamo a lei le nostre preoccupazioni e le nostre angosce come quel lontano 1527.
Ausiliatrice nostra, prega per noi.

Vocazione: grazia e missione

Pubblicato il: domenica 30 Aprile 2023

La vocazione è il dono più bello che il Signore rivolge a ogni essere umano, perché ci fa ritornare alle nostre origini. «Ogni essere umano, nato per la felicità, sente profondamente dentro di sé il richiamo ad una pienezza di gioia e la ricerca sin dai primi istanti della sua vita» dice Madre Carla.

La vocazione non è solo chiamata e risposta, una grazia, ma è anche servizio e missione; e missione non ha un fine in sé, cioè, non si racchiude in noi stessi ma ci mette in cammino, verso gli altri in una dinamica di ricevere e di donarsi, nel segno della prossimità e della fraternità. La diversità delle vocazioni si gusta attraverso la reciprocità mossa dall’unico principio di unità: «quello di riportare Gesù a tutti e tutti a Gesù», compito di tutti i cristiani, afferma Papa Francesco.

Vocazione nel suo senso più profondo vuol dire chiamata, richiamo, invito ad amare, perché nell’amore si vive la vera gioia. Ma prima di tutto per rispondere nella libertà a questo invito siamo chiamati a riconoscersi come fratelli e sorelle, perché qui si trova la chiave di comprensione; dato che i fratelli non si scelgono ma si accolgono, la vocazione non è altro che accogliere il progetto di Dio e cercare di realizzarlo ogni giorno e in ogni modo nella nostra vita quotidiana.

Così dice Papa Francesco nel messaggio per la giornata mondiale per le vocazioni di quest’anno: “Vi propongo di riflettere e pregare guidati dal tema “Vocazione: grazia e missione”. È un’occasione preziosa per riscoprire con stupore che la chiamata del Signore è grazia, è dono gratuito, e nello stesso tempo è impegno ad andare, a uscire per portare il Vangelo”.

La nostra vocazione è questa: siamo chiamati ad essere perfetti nell’amore e nella giustizia, perché non può esserci l’amore di Dio senza il prossimo. L’amore di Dio è l’amore al prossimo. Essere cristiano è diventare uno con Gesù per andare incontro alle periferie di ogni uomo, è questo il senso della chiamata.

Accettando il suo invito innalziamo ancora la nostra preghiera per le vocazioni. Perché, fedeli alla vocazione ricevuta, possiamo essere testimoni credibili e coraggiosi della sua luce che non si spegne mai e che può illuminare ogni tenebra del mondo e del cuore umano.

60° giornata mondiale di preghiera per le vocazione a Shenkoll 30 Aprile 2023

La Pasqua: un cammino della nostra storia

Pubblicato il: domenica 16 Aprile 2023

La massima espressione della volontà di Dio, in cui riposa la nostra fede, è la ‘‘Pasqua’’. Essa trova il fondamento soltanto nella somma verità, Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Noi guardiamo la Pasqua come principio dell’esistenza cristiana; in essa ci è stata donata la pienezza dell’amore di Dio, manifestato nella croce. Questa croce è un’espressione della sofferenza del Signore, un Dio umile che ha perdonato coloro che lo accusavano. Perdonando, manifestò la pienezza della sua misericordia che da quel momento non ha chiesto il riconoscimento di tutta l’umanità perché dica: ‘‘abbiamo peccato, Signore’’ e così manifestare il suo amore e dare il perdono a tutti noi, Chiesa pellegrina. Lui perdona innanzitutto con un atto di volontà, anche se sofferente (Lc 23,34a). Solo dopo arriva la verità nel cuore, guardando il modo in cui il Signore fa la sua Pasqua sul legno della croce, una verità che produce meraviglie solo al pronunciarla (Mc 15,38).
Tutto ciò che è accaduto nell’ora del Signore è un’espressione di un amore totale, quell’amore che portò gioia a noi nel primo giorno della Settimana, quando Gesù risuscitò (Gv 20,1-10). Parlando della gioia, Papa Francesco ci esorta a non dimenticare coloro che sono tristi, come se vivessero una continua quaresima.
Ogni persona umana ha i suoi diritti, ma alcuni non credono più nell’umanità, a causa della giustizia che viene loro negata senza che nessuno venga in loro aiuto per trovare la strada che porti a una soluzione dell’ingiustizia e apra un cammino verso la gioia.
La Pasqua ha un senso importante per le suore Missionarie dell’Incarnazione, perché Madre Carla, l’amabile Fondatrice, la riteneva una festa fondamentale. Anzitutto, Madre Carla Borgheri aveva sempre con sé un crocifisso, non solo come distintivo del suo essere cristiana, ma come fondamento della sua fede; una fede che la teneva ben radicata nella sua storia, nella sua vita quotidiana. Madre Carla aveva ben presente la festa della risurrezione del Salvatore, nella quale trova senso ogni aspetto della nostra vita. Affermava sempre che Dio dall’eternità ha pensato a ciascuno di noi, ci ha visti, conosciuti e chiamati alla vita. Tutto questo lo ha fatto perché ci ama. E invitava sempre ad amare il Buon Gesù che sempre resta con noi, anche se tutti ci volgono le spalle. La Pasqua, così come l’Incarnazione, costituisce il centro unificatore di tutto il genere umano.
In verità, mi commuovo davanti al modo in cui Madre Carla concepisce la persona di Gesù, e collega i misteri della nostra fede, con l’Incarnazione. Gesù con la Sua gioiosa Risurrezione ci dà la speranza e la forza; insomma, come ribadisce Madre Carla, se Gesù è risorto anche noi potremo risorgere come ci ha promesso.
“Cosa importa se la strada per giungere alla risurrezione è il Calvario, anch’esso può divenire dolce se saliamo insieme a Gesù”. Le sue parole confortano e suonano come un invito a contemplare il calvario della nostra storia, delle sofferenze del mondo, soprattutto ad avere un pensiero al povero popolo ucraino che sta cercando in tutti i modi un momento di pace; ma la pace è quasi inesistente. Infatti anche quando il corpo è sano, tante volte il cuore non trova pace a causa delle sofferenze che lo affliggono.
Il testamento della Madre fondatrice è quanto mai attuale perché ci invita a fare della sequela di Gesù lo scopo della nostra vita, ognuno con il proprio stile di vita, anche quando il cuore è ricolmo di amarezza come lo era il suo nell’orto degli ulivi. Si deve procedere lungo questo cammino terreno con serenità, accettando le tante contrarietà.
Per finire, dobbiamo ricordare che la pasqua trova senso nella nostra vita, se la nostra vita trova senso nella Pasqua. Bisogna riconoscere che in Dio noi troviamo riposo, che noi siamo l’immagine del suo essere increato. La croce è dove il Signor morì e passò da questo mondo, compiendo la sua opera di salvezza. Ma continuiamo a cercarlo e Lui si farà trovare. Il vescovo di Ippona scrive che siamo stati fatti per il Signore e che il nostro cuore è inquieto finché non riposi in Lui. Tutto questo non è semplice da capire per la ragione la quale non vede la verità, ma è un fondamento che viene dalla fede, dono di Dio. Che la Pasqua del Signore rinnovi tutta la speranza dell’umanità che da sola non può trovare la vita, una vita di felicità che solo nel Signore risorto si può trovare!
Fr. Feliciano MS

“Non abbiate paura, non temete… è risorto”

Pubblicato il: sabato 8 Aprile 2023

La Pasqua di Risurrezione è la vita che vince la morte, il bene che sconfigge il male, è il macigno rotolato, con la consolante certezza che l’abisso della morte è stato varcato e, con esso, sono stati sconfitti il lutto, il lamento e l’affanno.

Con le parole di Don Tonino Bello, Pasqua, allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.

Chi sono io, davanti a Gesù che soffre?

Pubblicato il: lunedì 3 Aprile 2023

Cari amici e amiche,
Vi invito ad iniziare questa Settimana Santa lasciandovi guidare da alcune parole che Papa Francesco ha pronunciato alcuni anni fa, in occasione della Domenica della Palme.
[Ascoltando il racconto della Passione di Gesù], ci farà bene farci soltanto una domanda: Chi sono io, davanti al mio Signore? Chi sono io, davanti a Gesù che entra in festa in Gerusalemme? Sono capace di esprimere la mia gioia, di lodarlo? O prendo distanza? Chi sono io, davanti a Gesù che soffre?
Abbiamo sentito tanti nomi, tanti nomi. Il gruppo dei dirigenti, alcuni sacerdoti, alcuni farisei, alcuni maestri della legge, che avevano deciso di ucciderlo. Aspettavano l’opportunità di prenderlo. Sono io come uno di loro?
Abbiamo sentito anche un altro nome: Giuda. 30 monete. Sono io come Giuda? Abbiamo sentito altri nomi: i discepoli che non capivano niente, che si addormentavano mentre il Signore soffriva. La mia vita è addormentata? O sono come i discepoli, che non capivano che cosa fosse tradire Gesù? Come quell’altro discepolo che voleva risolvere tutto con la spada: sono io come loro? Sono io come Giuda, che fa finta di amare e bacia il Maestro per consegnarlo, per tradirlo?
Sono io come Pilato? Quando vedo che la situazione è difficile, mi lavo le mani e non so assumere la mia responsabilità e lascio condannare – o condanno io – le persone?
Sono io come il Cireneo che tornava dal lavoro, affaticato, ma ha avuto la buona volontà di aiutare il Signore a portare la croce?
Sono io come quelli che passavano davanti alla Croce e si facevano beffe di Gesù: “Era tanto coraggioso! Scenda dalla croce, a noi crederemo in Lui!”.
Sono io come quelle donne coraggiose, e come la Mamma di Gesù, che erano lì, soffrivano in silenzio?
Sono io come Giuseppe, il discepolo nascosto, che porta il corpo di Gesù con amore, per dargli sepoltura?
Sono io come le due Marie che rimangono davanti al Sepolcro piangendo, pregando?
Dov’è il mio cuore? A quale di queste persone io assomiglio? Che questa domanda ci accompagni durante tutta la settimana.

Domenica delle Palme

Pubblicato il: domenica 2 Aprile 2023

Gesù entra in Gerusalemme ed il suo è un ingresso “trionfale”, come si addice a un vero Re di pace.
Impariamo ad accogliere anche noi Gesù, che seduto su un asinello ci ha insegnato che non serve molto per dimostrare il proprio valore: l’amore verso il prossimo è il dono più grande che possiamo fare agli altri!

Grandi cose ha fatto il Signore!

Pubblicato il: sabato 1 Aprile 2023

Carissimi lettori, dalle comunità dell’India vogliamo condividere la gioia che abbiamo vissuto con la Solenne celebrazione dell’Annunciazione di nostro Signore. Come Maria, due delle nostre sorelle, Sr. Sonali Nayak e Sr. Vipil Josna Alumparambil, hanno pronunciato il loro “Sì” offrendo la loro vita al Signore.

La Santa Messa è stata celebrata nella cappella di Cochin da padre Martino PMI e da altri sacerdoti. La Chiesa era piena di religiose e di tanti fedeli. I genitori e i famigliari delle professe hanno partecipato con una particolare commozione, felici di aver donato la loro figlia al Signore.

“Il Verbo che si è fatto carne” e continua ad attirare giovani verso di Lui per proclamare l’amore Incarnato a tutta l’umanità.  Madre Carla dal cielo avrà gioiato insieme a noi; ora le sue figlie continuano a portare avanti la sua eredità spirituale.

Preghiamo per lei e chiediamo a lei la sua intercessione!

Il Verbo si è fatto carne

Pubblicato il: venerdì 31 Marzo 2023

Con grande gioia la comunità  SMI del Vietnam, insieme alla Chiesa Madre abbiamo celebrato la festa dell’Annunciazione di nostro Signore. Nella nostra piccola Cappella abbiamo celebrato la solenne S. Messa, con semplicità ma piena di amore e di ardente preghiera.

In questo giorno tre delle nostre Postulanti sono entrate in Noviziato.  Come Maria, anche loro hanno pronunciato il loro Sì al Signore per iniziare il cammino della vita con Gesù. La nostra gioia è stata immensa!

Un grazie di cuore a tutti i Padri e i parrocchiani che hanno partecipato alla nostra gioia. Per tutti loro chiediamo al Signore la sua benedizione e di concedere la sua pace.

Gesù Verbo Incarnato benedica tutti!

Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua Parola

Pubblicato il: sabato 25 Marzo 2023

La solennità dell’Annunciazione è una grande festa della Chiesa e nella Chiesa, essa racchiude in sé il “si” della Madre e quello del Figlio «Ecco Signore, io vengo per fare la tua volontà» Eb 10,7; allo stesso tempo questo “si” continua nella Chiesa tramite i martiri e i santi, e naturalmente in ogni cristiano che vuole rispondere positivamente alla sua vocazione che anzi e prima di tutto è un dono di Dio e una missione da realizzare con la nostra vita perché ci impegna e ci mette in cammino.

L’Annunciazione ha nel cuore il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, cioè con Gesù Cristo, Dio assume la forma dell’uomo (Fl 2,7): il “vero Dio, vero uomo” è al centro della confessione di fede. Gesù ci viene incontro per salvarci, per redimerci e riscattarci; tuttavia non viene in forma misteriosa e con potenza, viene da una donna nella debolezza e nell’umiliazione fino alla morte. Come primogenito, immagine del Dio invisibile, egli è ristabilimento dell’uomo all’immagine del creatore (Col 1, 15-20).

L’importanza della memoria liturgica già fu messa in evidenza dalle parole di Abramo di Efeso, vescovo nel secolo VI, il più antico testimone della celebrazione stessa, quando in una sua omelia affermò: «Grande e celebre è questo giorno, né vi è discorso capace di illustrare l’amore che oggi Dio ha dimostrato agli uomini. Oggi si è compiuto il disegno stabilito prima dei secoli». Si tratta della più antica testimonianza di una celebrazione dell’Annunciazione al 25 marzo, e non più nel periodo immediatamente precedente il natale, come una volta si faceva.

Questa bella testimonianza pone in evidenza il legame tra l’Annuncio e l’incarnazione, realtà che trovano il suo compimento nel dogma cristologico perché intrinsecamente uniti e senza confusione. Ciò che segue desta questa verità: «se il mistero dell’incarnazione del verbo di Dio nel grembo della vergine Madre appartiene al patrimonio originario della nostra fede, la sua celebrazione costituisce il riflesso dell’approfondimento compiuto intorno al dogma cristologico». A ragione Paolo VI scrisse che l’Annunciazione «era ed è festa congiunta di Cristo e della Vergine: del Verbo che si fa “Figlio di Maria” (Mc 6,3), e della Vergine che diviene Madre di Dio» e in cui la Chiesa viene concepita.

«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua Parola, “è la frase che riassume il senso di questa celebrazione”. La risposta di Maria all’Angelo si prolunga nella Chiesa, chiamata a rendere presente Cristo nella storia, offrendo la propria disponibilità perché Dio possa continuare a visitare l’umanità con la sua misericordia»

Le suore Missionarie dell’Incarnazione mosse dallo Spirito Santo vivono questa festa, o meglio questo evento con grande rilevanza attraverso la consacrazione all’amore che è Cristo stesso e la contemplazione di Maria, vergine e modello di ogni santità, sacrario della nuova umanità, che col suo ‘fiat’ apre le porte della salvezza a ogni uomo ferito dal peccato. Guardare Maria è camminare verso Gesù, la pienezza e sorgente della santità, perché alla santità siamo chiamati, anzi come dice Madre Carla la santità è il perché della nostra vita, quindi in ogni nostro gesto, dire e fare siamo invitati a seguire l’esempio di Maria nell’abbandono di sé e nel fidarsi di Dio, la cui misericordia ci accoglie sempre e non ci respinge né ci tradisce.

Il grembo di Maria- che al dire di S. Ambrogio di Milano, è l’aula coelestium sacramentorum, racchiudendo il Verbo di Dio fatto carne, racchiude la summa misericordiarum.

Celebrare l’Annunciazione del Signore è lodare la santissima Trinità per le meraviglie operate in Maria.

In questa grande festa dell’Annunciazione rivolgiamoci ancora una volta a Maria la regina della pace perché interceda per noi e soprattutto chiediamo specialmente che ci ridoni la pace in modo particolare ai paesi che tuttora sperimentano la triste realtà della guerra, in modo tale, che convertiti ci amiamo come veri fratelli e insieme costruiamo l’armonia estinguendo di mezzo la sofferenza e l’oppressione.

Il signore faccia di noi testimoni autentici della sua misericordia, per intercessione di Madre Carla, per la gloria della Santissima Trinità. Amen

L’angelo del Signore portò l’annuncio a Maria, ed ella concepì per opera dello Spirito Santo!

                                                                       –  Frederico Muhep Missionari della Salette