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La nostra missione a Tabou

Pubblicato il: sabato 10 Luglio 2021

“Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il  mondo”

                               ( Malala Yousafzai, Premio Nobel per la Pace,Oslo 10 Dicembre 2014)

Non potevamo non citare le parole di Malala, alla luce del fatto che noi, Suore Missionarie della Casa Madre Anna di Tabou, viviamo fortemente l’impegno di garantire alle ragazze l’istruzione ed insegnare loro ad essere indipendenti. L’Istruzione è un valore assoluto, un bisogno primario, una delle benedizioni della vita. Le parole di Malala, pronunciate nel momento in cui riceve il premio, ci colpiscono profondamente: “Il Premio non è solo per me, è per tutti quei bambini dimenticati che chiedono istruzione”. Noi suore missionarie propagandiamo le stesse idee, con l’obiettivo di salvare dall’ignoranza, dalla tortura e da ogni forma di abuso migliaia di donne e di bambine che nel mondo soffrono di analoghe persecuzioni.

Vivendo nella città di Tabou, abbiamo constatato come a molte donne non sia data l’opportunità di imparare a leggere, scrivere e potersi esprimere in lingua francese; queste donne diventano madri precocemente e l’unica occupazione cui possono e devono dedicarsi è la preparazione del cibo quotidiano, cibo peraltro molto povero.

Ebbene sì, è stata proprio questa situazione locale che ci ha spinto a lavorare per l’emancipazione delle donne di etnia Kroumen, dando inizio ad un corso di alfabetizzazione e di formazione umana, morale, intellettuale e spirituale rivolto alle donne-madri di Sekrekré, villaggio ad una decina di chilometri dalla città di Tabou.

Stabilito il programma, abbiamo iniziato timidamente con venticinque donne divise in due classi, prevedendo due anni di corso organizzato come segue:
a) 1° anno, corso per donne analfabete;
b)  2° anno, corso per donne con una minima preparazione scolastica.

Le Responsabili, suor Bernadette e suor Brigitte, hanno operato con grande tenacia ed hanno  affrontato numerose difficoltà per riuscire a garantire loro il materiale didattico e tutto il necessario per iniziare questo percorso.

Le lezioni  si svolgevano solo la domenica dalle ore 15:00 alle ore 16:30. Dopo due mesi di  continue modifiche in itinere, dovute al numero di partecipanti che aumentava giorno per giorno, abbiamo raggiunto il numero di sessanta donne-allieve. Per circa quattro mesi sono stati usati, quali strumenti, la lavagna e il gesso e da aprile, grazie a piccoli progressi, si è  passati all’uso del quaderno “doppia riga” e della matita.

Il desiderio e la volontà fortemente manifestati, ci hanno spinte a procurare dei manuali al fine di consentire loro di studiare anche da casa. Con l’arrivo del periodo di vacanze scolastiche, al fine di aiutare le donne a non dipendere da altri, abbiamo insegnato loro a produrre il sapone liquido ed il sapone a pezzi, al fine di garantire loro l’indipendenza economica  ed evitare di trascorrere troppo tempo nell’inattività.

Sperando che queste donne possano mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti, auspichiamo di poter condividere, per il prossimo anno, l’esperienza di Sékreké con le donne di Tabou.

A voi lettori, con grande affetto
Le Suore Missionarie di Tabou

Galleria fotografica Tabou

La pandemia e le calamità naturali in Kerala-India

Pubblicato il: sabato 10 Luglio 2021

L’irrompere improvviso del covid-19 ha sconvolto le nostre vite. Dopo un’iniziale fase di superficiale sottovalutazione, la tragedia si è progressivamente dipanata in un crescendo inarrestabile. Migliaia di famiglie sono sul baratro della povertà assoluta. Tutti, in qualche modo, siamo stati colpiti da questa tragedia. Ci hanno abbandonato figure care e molti progetti e sogni si sono frantumati.

Il nuovo virus ha colpito la vita quotidiana di tutti ed ha fortemente rallentato l’economia globale.

Si sta diffondendo in modo esponenziale nella regione e i villaggi stanno vietando gli assembramenti al fine di bloccare la curva dei contagi. Molti Paesi hanno imposto il lock-down e una rigorosa quarantena all’intera popolazione e ciò al fine di  controllare la diffusione  di questa malattia altamente trasmissibile.

Attualmente, i contagi da COVID-19 sono numerosi e hanno conseguenze di vasta portata, specialmente nei paesi sottosviluppati e in via di sviluppo. In India,  seconda nazione più popolosa al mondo, l’effetto del Covid 19 è di gran lunga  superiore a quello che si possa immaginare. L’India sta affrontando ora la seconda ondata di Covid 19,  peggiore della prima poiché circa 400.000 persone vengono infettate ogni giorno e il bilancio delle vittime sale a più di 4000 al giorno.

L’area più colpita è quella meridionale, Kerala e Tamil Nadur, dove si registra il numero più alto di  contagi. Ernakulam, il nostro distretto di origine, sta registrando il maggior numero di casi positivi segnalati nell’ultimo mese. Chellanam, il mio villaggio ha registrato un tasso di positività al test superiore al 50% nelle ultime settimane. Il villaggio di Chellanam è una stretta striscia di terra di circa 10 chilometri di lunghezza e solo 250 metri di larghezza, un’area densamente popolata e la maggioranza della popolazione vive di pesca e di lavoro giornaliero. I suoi problemi sono aggravati dall’incursione del mare e dalle inondazioni causate dal ciclone Tauktae.

Dal 2017, quando il ciclone Ockhi ha colpito questo villaggio costiero, i residenti hanno chiesto la costruzione di un’adeguata diga marittima nella regione ma, nonostante la costruzione della diga geotube sia iniziata nel gennaio 2019, nemmeno la metà dei lavori è stata portata a compimento. In precedenza le nostre zone costiere erano  colpite da inondazioni dovute all’alta marea e ciò accadeva una sola volta l’anno, tra il mese di novembre e dicembre. In questi giorni il numero di formazioni di bassa pressione nel Mar Arabico è in aumento e la maggior parte di esse si  trasforma in violenti cicloni e uragani. Di conseguenza, la maggior parte delle case  sono colpite da inondazioni di alta marea una o anche due volte al mese. Come ha commentato un uomo del nostro villaggio “Tutti sapevano che sarebbe successo e si è consapevoli che continuerà a succedere, ma non ci sono soluzioni permanenti in fase di attuazione. Siamo stati trascurati”.

Gli abitanti del villaggio di Chellanam ora attendono con impazienza i piani e le misure dichiarate nell’attuale bilancio dello stato del Kerala. Ci auguriamo che, a differenza di prima, i piani e i programmi dichiarati non vengano modificati durante la fase di attuazione. In questo momento di crisi, causato dallo scoppio di calamità naturali e dalla pandemia in corso, eleviamo a Dio la nostra preghiera per l’intera famiglia umana, perché sia ​​protetta e salvata. Preghiamo per coloro che hanno maggiori responsabilità, perché siano illuminati e resi abili a migliorare la qualità della vita di coloro che gli sono affidati e affinché trovino le misure appropriate nella lotta contro le malattie e intraprendano azioni tempestive e prudenti sulla previsione dei disastri. Ora ci attende un cammino incerto verso una nuova forma di normalità.  Guardiamo al futuro con un barlume di fiducia abbandonando l’egoismo più atroce e cogliendo ogni forma di altruismo che possa rendere la vita degna di essere considerata tale. 

Thomas Ryan  Ezhumuri

 

Quando una sera di giugno diventa un albero della vita

Pubblicato il: sabato 10 Luglio 2021

Il 22 giugno 2021, appena arrivato un pò di fresco nella calura estiva che sta caratterizzando questi giorni, si è tenuto un evento in un paesino sperduto del tacco d’Italia: Salice Salentino.

E’ proprio nella città del vino doc che un gruppo di bambini e bambine si sono esibiti nei giardini dell’Asilo Sacro Cuore per salutare le suore che li hanno accompagnati nel triennio della scuola dell’infanzia.

Una tappa importante per i piccoli che hanno ballato, cantato ed espresso alle loro guide, spirituali e scolastiche, tutta la loro gratitudine ed il loro amore.

Lacrime di emozione hanno solcato i volti dei genitori alla vista dell’espressione di tanta bellezza e di tanto amore.

Percepibile la consapevolezza che i loro bambini, arrivati a scuola piccoli ed insicuri, sono oramai divenuti “giovanotti e giovanotte” pronte ad intraprendere l’importante tappa della scuola primaria.

Presente alla serata anche Don Massimo Alemanno, parroco della Parrocchia Santa Maria Assunta che ha salutato ai più piccoli incoraggiandoli per il nuovo percorso che intraprenderanno a settembre e per ricordare ai presenti che a breve si festeggerà la Festa della Madonna della Visitazione, importante appuntamento per la comunità salicese.

Durante la serata l’esibizione dell’artista Ruggero Palazzo che con il sax ha suonato il “sacro e il profano” fra un cambio d’abito e l’altro.

L’affetto che lega i genitori alle suore è palpabile: si nota dagli sguardi pieni di gratitudine e complicità scambiati durante la serata.

Una mamma, che poetessa per un giorno ha messo nero su bianco le proprie emozioni, ha donato alle suore questa magnifica poesia.

Un semplice grazie

Il mio piccolo tesoro
Non lo avevo mai lasciato
Ma alle vostre mani d’oro
Con fiducia ho consegnato.
Mi ricordo il primo giorno
Quando dissi: Presto, è ora!
Egli tutto vide intorno
il sorriso della suora.
Ora gli anni son passati,
quel che inizia ha poi la fine:
Quei bambini a voi affidati
sono ometti e signorine.
Con immensa commozione
Un bacione meritate
Anche se la situazione
Ci ha voluto distanziate.
Ora ci saluteremo
Qualche lacrima può uscire
Ma per voi sempre avremo
Un affetto a non finire

La serata si è conclusa con il ringraziamento che segue dedicato alle amate suore da parte dei genitori.

Oggi termina uno dei percorsi più importanti della vita dei nostri bambini.  Sono arrivati qui da voi timorosi, insicuri, con gli occhi pieni di lacrime (loro eh!) ma voi avete saputo prenderli per mano, avete saputo dare la carezza nel momento giusto, avete saputo tranquillizzarli e rallegrarli.
Con voi hanno superato tutte le paure e le insicurezze dei primi giorni e sono cresciuti giorno dopo giorno. Hanno fatto di voi parte della propria famiglia. E così abbiamo fatto anche per noi genitori.
Grazie perché ci avete fatti sentire sempre a casa, amati, capiti e felici con il vostro modo di essere estremamente discrete ed estremamente amorevoli.
Siete sempre state presenti con la parola di conforto e la battuta per far sorridere. Sono stati anni difficili, gli ultimi due, a causa di questo virus ma la vostra vicinanza è stata costante e presente, SEMPRE!
Vogliamo ringraziarvi, care suore, perché avete saputo insegnare ai nostri piccoli lo stare insieme nel rispetto del prossimo ed il grande dono dell’amicizia, grazie per la disponibilità e la pazienza che da sempre avete manifestato. Non avremmo potuto scegliere niente di meglio per i nostri bambini, siete il percorso più bello che poteva capitare sul loro cammino. Vi saremo sempre grati per tutto ciò che avete fatto in questi anni.

Insomma, una serata ricca di emozioni, d’affetto e d’amore che il Signore ci ha voluto donare.

E quando il pensiero ripercorrerà il ricordo di quella sera di giugno,  ritornerà nei presenti la consapevolezza che la magia della presenza delle nostre suore ha saputo trasformare la tristezza di fine percorso nella gioia di un futuro ritrovato, fatto di sogni e speranza che solo loro potevano dare ai genitori e ai piccoli.

Crescere all’ombra dell’albero della vita delle nostre amate suore sarà un onore che caratterizzerà le famiglie per sempre.

Un grazie alle suore per tutto ciò che sono riuscite ad essere per tutti noi con la loro fondamentale presenza.

Dall’Albania una pagina del nostro diario

Pubblicato il: lunedì 5 Luglio 2021

Carissimi,

              Noi Suore Missionarie dell’Incarnazione che lavoriamo nella Parrocchia della Beata Vergine Maria Ausiliatrice di Shenkoll, Tale e Rille, vi auguriamo pace, gioia e benedizione dal cielo.

Come in tutte le parrocchie del mondo ci siamo trovate in difficoltà nel portare avanti la Pastorale Parrocchiale a causa della pandemia, soprattutto per fare Catechismo. Lo scorso anno i ragazzi non hanno ricevuto i Sacramenti e non abbiamo potuto concludere l’anno Pastorale.  Quest’anno, a partire dal mese di marzo, abbiamo iniziato l’attività Pastorale nelle chiese di Shenkoll,Tale e Rille. La formazione è stata faticosa, tre mesi di intensa preparazione sia per i ragazzi della cresima, sia per quelli della prima comunione. Il lavoro per tutti noi è stato impegnativo, i ragazzi hanno però dimostrato molto interesse nel prepararsi a ricevere i Sacramenti.

Questo anno 63 bambini si sono accostati per la prima volta al Sacramento della Comunione. Obbligati dalle norme anti-Covid sono stati divisi in piccoli gruppi, quindi la celebrazione della Prima Comunione si è svolta in diversi giorni. Solo un piccolo gruppo di bambini ha potuto ricevere il sacramento dell’Eucaristia in Cattedrale proprio il giorno del Corpus Domini.

Per la Cresima erano presenti 93 ragazzi. Tutti i cresimandi sono stati da noi accompagnati in Cattedrale per la Veglia di Pentecoste e il giorno di Pentecoste hanno ricevuto la Cresima. Oltre il Vescovo Mons. Ottavio Vitale, in via del tutto eccezionale, anche il Parroco P. Salvatore Reino, le è stato concesso il permesso di amministrare il sacramento della Confermazione.

L’animazione liturgica ha aiutato i ragazzi a pregare e la celebrazione solenne ha emozionato tutti, per i canti e per la devota partecipazione dei ragazzi. Il coinvolgimento della comunità in questa speciale celebrazione ci ha particolarmente gratificato, gli sforzi sostenuti a causa della pandemia sono stati premiati dalla gioia manifestata da tutti, soprattutto dai ragazzi. Continueremo a pregare affinché la loro fede in Gesù e nel Suo insegnamento rimanga in loro sempre viva.

Noi continuiamo la nostra missione nel nostro villaggio con le altre opere di apostolato, in attesa dell’apertura del nuovo anno pastorale, per accogliere di nuovo i ragazzi e continuare il loro cammino di cristiani con la Chiesa e con il Popolo di Dio.

Con Affetto

Le Suore dell’Albania

Origini

Pubblicato il: martedì 11 Maggio 2021

Le Suore Missionarie dell’Incarnazione sono una Congregazione religiosa di Diritto Pontificio dal 1988, fondata in Italia a Vermicino (Roma) da Carla Borgheri.

Riconoscono come data di fondazione il 25 Marzo 1972, quando Madre Carla e le prime sorelle emettono per la prima volta i voti religiosi alla presenza del vescovo di Frascati, Mons. Luigi Liverzani.

I suoi membri si impegnano, giorno dopo giorno, a seguire il Verbo contemplato nel Mistero dell’Incarnazione, con una vita nutrita di spirito caritativo e apostolico, per essere portatrici e testimoni dell’infinito amore di Dio per l’uomo.

Dove siamo

Pubblicato il: giovedì 8 Aprile 2021

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Madre Carla Borgheri

Pubblicato il: giovedì 8 Aprile 2021

Nata a Novi ligure (Alessandria) il 17 febbraio 1922, viene battezzata a Pavia coi nomi di Annunziata Nada nella parrocchia di Santa Maria del Carmine. Il padre muore prima della sua nascita e la madre si prodiga per circondarla d’ogni tipo di affetto.

Nada lascia presto la scuola per accudire la mamma malata e a nove anni è già responsabile per il loro sostentamento. Lavora presso un parrucchiere con la mansione di spazzolare gli abiti delle clienti. All’età di dodici anni si ammala di tubercolosi e viene ricoverata all’ospedale di Careggi. Spesso, in quel lungo periodo di ricovero, amava sostare da sola nella cappella dell’ospedale.

Il 4 agosto 1942 Nada e la mamma si trasferiscono a Roma da alcuni parenti. Nella capitale, Nada tenta di entrare nel mondo dello spettacolo, principale attività dei parenti materni, ma dopo alcune esperienze comprende che quell’ambiente non le dà la vera felicità.

A 22 anni Nada si ammala di nuovo di tubercolosi. Nell’ospedale dove è ricoverata conosce un cappellano Camilliano, padre Orfeo Romani che diventa il suo direttore spirituale. Nada decide di donare la sua vita a Dio.

Nel frattempo, si iscrive all’Azione Cattolica e conosce a Roma padre Luigi Cattaneo, suo confessore e direttore spirituale. Con lui, fa un cammino di discernimento spirituale che la porta all’emissione dei voti privati di povertà, castità, obbedienza. Nel 1952 lascia la sua casa per entrare nella nascente Congregazione a Roma, nel quartiere di Borgata Ottavia. Qui indossa l’abito religioso e prende il nome di Carla, ma nel tempo, con grande dispiacere Carla lascia la Congregazione e riprende a lavorare, seppur fortemente attratta Carla dal mistero di Dio, per questo inizia a leggere e ad approfondire testi teologici che trattano l’Incarnazione di Gesù.

Alcune giovani iniziano ad avvicinarsi sempre più a suor Carla, così come era chiamata da loro e il 29 giugno 1961 decide di accogliere stabilmente le amiche che volevano condurre con lei una vita comune. Tra loro, Lucrezia Mucci e Caterina Moi a cui si aggregano altre giovani attratte dalla sua figura carismatica.

Di quell’inizio Madre Carla scrive: “Principale occupazione del piccolo gruppo è soprattutto la vita interiore: contemplazione e unione intima con il Verbo per la lode del Signore, diffusione del Suo Amore, povertà operosa e iniziative di carità evangelica”.

Il 25 marzo 1963, festa dell’Incarnazione del Verbo, Carla e le prime sorelle entrano nella loro casa di Vermicino-Frascati. La povertà è davvero grande: “Non avevamo nulla oltre la casa e la terra. Non una sedia, non un tavolo. Dormivamo per terra, liete di questa nostra povertà che ci avvicinava alla vita di Gesù. Per mangiare ci bastava raccogliere quella verdura e quei piccoli pomodori che il terreno riusciva a dare”. Così, a Vermicino tra i vigneti di Spinoretico, un piccolo borgo sperduto alla periferia di Roma, nasce l’opera missionaria per testimoniare e far conoscere ai fratelli l’Amore infinito di Dio e cooperare alla redenzione dell’umanità sofferente.

A questo punto del cammino, inizia il percorso di riconoscimento da parte della Chiesa e di tutto ciò che avviene attorno a Madre Carla. Grazie al parroco di Vermicino, don Francesco Terribili, Carla giunge dal Vescovo di Frascati, Mons. Luigi Liverzani, che paternamente l’accoglie e la incoraggia., diventando il primo sostenitore della sua opera. Il 19 marzo 1988, San Giovanni Paolo II, concede il riconoscimento della Santa Madre Chiesa.

La passione missionaria la porta sin dall’inizio in diverse parti del mondo fondando opere a favore degli ultimi: nel 1975 in India, nel 1997 in Costa d’Avorio, nel 2000 in Albania.

Nel suo cuore cresce intanto un grande desiderio, quello di dare vita ai Padri Missionari dell’Incarnazione: “Solo dei sacerdoti possono essere capaci di portare l’ineffabile dono dell’Incarnazione del Verbo al popolo di Dio in maniera più completa e più viva”. Nel 1994 in India, realizzò questo sogno.

La vita di Madre Carla è stata di privazione e sacrificio, conquistata dalla grazia e dalla fiducia in Dio, è una donna forte di fronte alle prove della vita.

Fino all’età di 83 anni, va in diverse parti del mondo, lì dove la provvidenza la conduceva e fino a quando la malattia le impedisce di continuare i viaggi missionari.

A Vermicino il 20 settembre 2006, circondata dalle sue figlie e figli spirituali, si spegne mentre prega l’Ora Sesta con l’Angelus Domini insieme a tutta la Chiesa che ricorda l’incarnazione del Signore, alle parole Et Verbum Caro factum est, proprio in quel momento, rende lo spirito a Dio.

Grazie al suo zelo missionario e all’amore appassionato per Dio e per l’umanità, oggi le Suore Missionarie dell’Incarnazione continuano ad operare in Italia, India, Costa d’Avorio, Albania, Filippine e Vietnam.

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Pubblicato il: venerdì 22 Gennaio 2016

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