Il 2 novembre una ricorrenza di dolore, di morte o un giorno di speranza, e di nascita? I primi cristiani definivano il giorno della morte, il giorno della nuova nascita! Loro erano certi, che la morte non esistesse, e che, al contrario si nascesse due volte, e la seconda fosse per sempre. San Francesco nel suo cantico chiamava la morte “sorella morte corporale”. La morte che è stata sempre rappresentata anche nei testi sacri antichi con dei scheletri, il poverello d’Assisi la definiva “sorella”! Sorella, termine intrinseco di solidarietà e amore! In queste giornate feticismi, tradizioni pagane, hanno sempre calcato la mano, su scheletri, fantasmi ed altre false rappresentazioni della morte. Ma credo sia arrivato il tempo di affrontare una verità, spesso dimenticata, un quasi mistero sacro che spesso si perde nella superficialità del mondo moderno. La notte dei morti, è molto più che ricordare i nostri defunti, è un invito per ciascuno di noi, a vivere questa data, profondamente radicata nella nostra fede cristiana, come una notte di grande speranza, un richiamo alla preghiera, per chi abbiamo amato e che ora non è più con noi. In questi giorni abbiamo la possibilità di aiutarli nel loro cammino verso la beatitudine eterna! Con la preghiera, oltre a metterci in contatto con loro, riusciamo a donare e ricevere pace e amore. Poiché è l ‘amore generato dalla preghiera, che supera ostacoli e barriere. Ed anche se quando li ricorderemo i nostri occhi luccicheranno un po’, come le stelle del cielo, noi abbiamo la consapevolezza come credenti in Gesù che niente finirà mai, e che un giorno siederemo tutti al banchetto del Padre.
In questa occasione mi piace ricordare Madre Carla, il primo novembre è la sua festa, ma anche lei come tutti i Santi, ha vissuto il momento del trapasso, allora ricordiamola nelle preghiere di questi giorni più che mai, affinché dal Cielo possa intercedere al Padre, per i nostri defunti e per la nostra umanità messa a dura prova dalle vicende del mondo!