Dopo dieci anni di assenza sono ritornata in Albania. Ora, come allora, il mio cammino ha portato lungo strade e sentieri, ad incontrare una umanità variegata, dove l’esistenza scorre per tutti ma non allo stesso modo. Mi vengono incontro tanti volti che mi sembra già di conoscere: alcuni salutano, altri lamentano le proprie condizioni di vita, altri chiedono ascolto. Gli adulti sembrano quasi condannati a ripetere le stesse azioni per tutta la vita rimanendo inconsapevoli dei cambiamenti del tempo, mentre i ragazzi percepiscono che il mondo offre altre opportunità. La popolazione soffre. Ascoltare la voce, il suono delle parole che narrano episodi di violenza, di indifferenza e di abbandono, mi ha fatto riflettere sul senso della mia missione: Chi sono Signore? Cosa vuoi da me? Cosa chiedi a noi su questa terra? Queste domande, che quotidianamente mi accompagnano, appaiono ora sotto una luce diversa, più chiara.
L’Albania è un paese immerso in una natura ancora in gran parte incontaminata. Non che le cose, dalla caduta del regime comunista, non siano cambiate, visto che l’economia è in fase di sviluppo e nuove infrastrutture supportano la crescita dell’intero Paese. Ma, come in tutte le economie del “terzo mondo”, non tutta la popolazione ha usufruito in egual modo di questo nuovo benessere. Ci sono i poveri e i ricchi, alcune case sembrano regge e molte altre sono semplici e modeste abitazioni. Di solito le famiglie sono composte da due o tre figli, che tentano la fortuna all’estero, soprattutto America, Italia e Grecia, mentre genitori e nonni restano a casa.
La mia esperienza mi ha fatto, comunque, toccare con mano la fede della popolazione di religione cristiana, la partecipazione alle funzioni religiose, alla catechesi ed alle attività della comunità ecclesiale.
In ultimo, un sentito ringraziamento ai Padri Rogazionisti che collaborano con noi nell’attività parrocchiale.
Sr. Jude Dcruz SMI